Cultura
Torino, una mostra antologica di Mercurio al Mau
Un trasloco è stato il pretesto per concordare con la famiglia di Mercurio questo allestimento di opere scelte dell’artista, realizzate prevalentemente negli anni Novanta, presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana. Un’occasione in più per continuare a perpetuare la memoria di un autore troppo presto mancato, che il sottoscritto nel corso degli anni ha continuato ad inserire in qualificati appuntamenti espositivi, suscitando sempre l’attenzione degli addetti ai lavori, e del pubblico più giovane che non lo conosceva, in attesa di una sua definitiva rivalutazione istituzionale, che faccia seguito all’antologica organizzata nel luglio 2002 a Palazzo Bricherasio, a pochi mesi dalla morte.
Siciliano trapiantato a Torino, Mercurio è apparso alla ribalta nei primi anni’90, dopo un tirocinio che lo vide occuparsi, tra l’altro, di cinema, con collaborazioni all’interno di produzioni della giovane scena italiana.
Mercurio appartiene a quella generazione della post-Transavanguardia che avvalendosi di una grande capacità manuale, riscopre le possibilità analitiche e concettuali della pittura figurativa, in un’accezione ironica e demistificante.
Le sue opere sono immediatamente riconoscibili per la costante iconografica di una fitta coltre di foglie dalla quale spuntano porzioni anatomiche e reperti visivi di varia natura, incorniciati da detti e citazioni di matrice filosofica, spesso in palese contrasto con la decoratività della composizione.
Gli ultimi anni della produzione artistica di Mercurio sono segnati da un interesse per la costruzione di oggetti che basandosi sulle più svariate contaminazioni, si manifestano come una sorta di raffinata tappezzeria artistica, in grado di infondere e donare intensità poetica e nuova linfa vitale al mondo esterno.
La poliedricità del suo linguaggio, che tocca pittura, scultura e design è stata pari alla sua capacità evocativa ed immaginativa attraverso le quali ha ri-creato una realtà totalmente autonoma e nuova.
La morte ha colto Mercurio in un momento felice della sua carriera, quando stava cogliendo anche in Italia, dove vantava un elevato numero di qualificate apparizioni, quei riconoscimenti già ottenuti all’estero, particolarmente in Germania, dove era spesso presente in fiere, musei e gallerie, da solo ed all’interno del gruppo laggiù definito del “Concettualismo Ironico Italiano”, insieme a Bonomi, Plumcake, Galbiati, Ghibaudo, Mazzoni, Riello, Albertini, Cella, Garbelli.
MERCURIO , nato a Marsala, si trasferisce a Torino dove si diploma al Liceo Artistico e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Torino, proseguendo con studi universitari in Filosofia. Negli anni Ottanta opera nell’ambito della sperimentazione multimediale (video, films, performance). Nei primi anni Novanta inizia la sua attività espositiva con personali e collettive sia in gallerie private che in spazi pubblici istituzionali in Italia e all’estero.
Nel 1995 realizza a Torino, per protesta contro gli esperimenti nucleari a Mururoa, un gigantesco “fungo atomico” alto 18 metri.
Tra le varie manifestazioni artistiche si ricordano nel 1996 “Natura Naturans” al Museo del Mare di Trieste, nel 1997 “Và pensiero – Arte Italiana 1984-1996” alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, nel 1998, la grande mostra di arte italiana in Germania, a cura di Hubertus V. Amelunxen ed Edoardo Di Mauro, “Art Fiction – Junge Kunst aus Italien” alla Stadtgalerie di Kiel, dove inizia la collaborazione con il gallerista Angelo Falzone di Mannheim, che da allora inizierà a rappresentarlo.
Nel 1998 la Fondazione De Fornaris di Torino acquisisce una sua installazione “Noi sappiamo una nuova felicità” esposta nel 1999 alla Galleria d’Arte Moderna di Torino in occasione della mostra “Costruire una collezione” a cura di Riccardo Passoni, con testo in catalogo di Ivana Mulatero. Nell’edizione del 2000 partecipa ad Abitare il Tempo di Verona nell’ambito delle mostre di sperimentazione e ricerca “Elogio dei piaceri – i 5 sensi” a cura di Walter Vallini e Gabriele Solustri.
Sue opere sono presenti in numerose collezioni private, soprattutto in Germania, e in collezioni pubbliche come alla GAM di Torino – Fondazione De Fornaris, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, al Museo d’Arte Contemporanea Italiana- Castello di Rivara (TO) e al Museo di Arte Urbana di Torino. “Canto metropolitano”, opera di esemplare rigore formale, è il simbolo del Museo d’Arte Urbana per la sua qualità, per essere stata una delle pitture murali realizzate nella prima fase sperimentale tra il 1995 ed il 1996, ed in omaggio alla memoria dell’artista.
Mercurio “Tra natura e cultura”, selezione di opere scelte.
Galleria del Museo d’Arte Urbana via Rocciamelone 7 c Torino
A cura di Daniele D’Antonio e Edoardo Di Mauro
Inaugurazione sabato 15 maggio 2021 dalle 17.00 alle 19.00
Fino al 26 giugno su appuntamento
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