Economia
Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore: Torino punta sulle Atp Finals
Il nuovo numero del Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore in edicola venerdì 26 marzo dedica il focus di apertura alle città di Torino e Genova. Entrambe stanno guardando al futuro con la consapevolezza che, nei prossimi anni, la loro crescita sarà legata anche a un riassetto urbanistico.
Torino – anticipa il Rapporto – scommette sull’appuntamento con le Apt Finals di tennis nei prossimi cinque anni per promuovere la città di fronte ad un pubblico internazionale. L’architetto Benedetto Camerana racconta all’inserto del Sole 24 Ore dedicato alle regioni del Nord Ovest come cambierà l’area del PalaIsozaki, arena destinata a ospitare le gare fra gli otto campioni più forti al mondo. Qui nascerà il Village dedicato al tennis, collegato ad un’area dedicata alla promozione del territorio nel centro della Città. L’impatto stimato sulle ricadute economiche è intorno ai 500 milioni di euro. Le Nitto Atp Finals del 2020 si sono disputate a porte chiuse, con oltre 9 milioni e mezzo di visualizzazioni. Londra ha ospitato le gare per 12 edizioni contando circa 2,8 milioni di spettatori in presenza.
Il Rapporto Nord Ovest di venerdì 26 marzo parla anche della città di Novara dove prende corpo un progetto in partnership con Como Next per rilanciare l’area con l’ex stabilimento delle Officine De Agostini, uffici e una torre di dieci piani: l’hub sarà aperto alle aziende della moda e logistica. Un hub polifunzionale dedicato all’innovazione, con uno studentato, una scuola di moda e spazi dedicati a servizi e laboratori. Per il progetto sono stati stanziati 50 milioni, un investimento sostenuto dall’Sgr Ream su iniziativa di De Agostini, che conferirà gli immobili. Partner dell’operazione e’ Como Next che gestirà gli spazi dell’Innovation Hub.
C’è spazio anche per il settore della formazione sul prossimo Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore. Il mondo del lavoro è alla riscoperta dei mestieri, rileva il supplemento. Conta 350 iscritti ai corsi diurni e serali e una media di 5mila passaggi la Scuola Camerana di Torino, nata negli anni del boom economico come Scuola dei mestieri e diventata negli anni un punto di riferimento per la formazione tecnica. Una scuola-fabbrica, con macchinari che vanno dallo stampaggio alla manifattura additiva, a cui anche le aziende spesso si rivolgono per acquisire nuove competenze e adottare nuove tecnologie.
In Valle d’Aosta quasi un terzo delle imprese denuncia un calo del giro d’affari compreso tra il 33 e il 70%. Il Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore spiega che il 40,5% delle aziende prevede una riduzione dell’occupazione nel primo semestre di quest’anno. Il dato è stato diffuso dalla Chambre Valdôtaine (Camera di commercio valdostana) che ha fotografato la situazione delle imprese nel primo anno di covid. Dal sondaggio alle imprese emergono criticità quali gli effetti negativi sull’occupazione denunciati da circa il 40% delle aziende intervistate, il massiccio ricorso ai ristori (ampiamente sopra il 70%), problemi di liquidità proporzionali alle classi dimensionali delle attività, cali di fatturato sino al 90% per alcune realtà del settore turistico. I settori maggiormente colpiti sono il turismo (il 92,5% delle imprese del comparto ha subito un calo), il commercio (80,5%) e i trasporti (78%). Il sondaggio realizzato dalla Chambre Valdôtaine su un campione di 3.572 imprese è stato concepito per fornire indicazioni utili e puntuali alla definizione di nuove misure di sostegno al sistema economico regionale colpito dalla crisi causata dalla pandemia da covid19. Con 1.115 aziende coinvolte il settore del commercio è quello maggiormente rappresentato nel campione (31,2%). Appartenenti al turismo risultano 544 aziende (15,2%), mentre le costruzioni (14,4%) ne contano 513. Seguono poi l’agricoltura con 415 (11,6%), i servizi alle persone con 311 (8,7%), i servizi alle imprese con 300 (8,4%), le attività manifatturiere con 255 aziende coinvolte (7,1%), i trasporti con 119 (pari al 3,3% del campione) e il settore artigiano, cui appartiene oltre un terzo del campione: il 33,5% del totale, pari a 1.196 realtà produttive. Quasi l’80% delle risposte sono pervenute da microimprese con un numero di addetti inferiore a 5.
Infine, sull’inserto del Sole 24 Ore si parla anche dello Spumante piemontese Alta Langa docg.
«Fare spumante di alta qualità è un mestiere da ottimisti. Bisogna credere fortemente che il lungo affinamento di almeno tre anni, porti i risultati sperati». Giulio Bava, presidente del Consorzio di tutela dell’Alta Langa Docg, il primo spumante metodo classico italiano, che dopo anni quasi di oblio si è fortemente rilanciato, spiega al Rapporto Nord Ovest di venerdì 26 marzo che in piena pandemia l’affinamento di tre anni è stato provvidenziale per lo spumante commercializzato prevalentemente nel canale della distribuzione. Le bottiglie dell’ultima vendemmia in commercio tra tre anni: un’ancora di salvezza per il vino distribuito nel canale della ristorazione. Con la vendemmia 2020 saranno 2,5 milioni le bottiglie Alta Langa prodotte. Il potenziale è ancora più alto: si prevede di toccare quota 3 milioni. Oggi le cantine dell’Alta Langa Docg sono 40 alle quali si aggiungono circa 90 produttori di uve, per un giro d’affari di circa 50 milioni di euro.
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