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La morte di Cala Cimenti: l’avventura di una leggenda dell’alpinismo e dello sci estremo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono morti lunedì 8 febbraio sulle montagne sotto il Col Chalvet, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera, nel comune di Sauze di Cesana  due scialpinisti di Pragelato: Carlo Alberto Cimenti 45 anni, e Patrick Negro, 49 anni. 

Carlo Alberto Cimenti per tutti Cala era una vera leggenda dell’alpinismo e dello sci estremo. Nel 2019 era arrivato in sulla nona vetta più alta del mondo: il Nanga Parbat, nel Karakorum pakistano e sempre in Pakistan era scampato alla morte nel luglio del 2019 sul Gasherbrun VII salvando il compagnio di ascesa Francesco Cassardo, che era precipitato con gli sci era rimanendo gravemente ferito.

Due anni fa aveva sposato la compagna e alpinista Erika Siffredi a 5.417 metri d’altezza, in Nepal.  Con Erika aveva condiviso fra i primi il coronavirus durante la prima ondata. L’ultimo post su Facebook di poche ore prima della tragedia lo ritrae sorridente sulle montagne di casa. Sempre Facebook si è riempita dei ricordi di chi conosceva Cala.

Lo ricorda Uncem: “Una notizia tristissima. Cala Cimenti era un amico di uncem e aveva partecipato più di una volta al Cuneo Montagna Festival, promosso da Uncem con il Comune di Cuneo, oltre a tantissimi eventi del mondo dell’alpinismo e della montagna”.

Ecco come si raccontava Cala Cimenti:

Sono sempre stato uno sportivo e un viaggiatore, ho sempre praticato sport a livello agonistico, prima il ciclismo su strada, poi la Mountain Bike per passare alla corsa in montagna e i Trail. Assieme a tutti questi sport, ma ancor da prima, dall’età di cinque anni c’è sempre stato lo sci, prima in pista e poi, crescendo, fuoripista con lo scialpinismo classico e le gare, il freeride ed anche lo snowboard e il telemark. Anche i viaggi sono stati una parte importante della mia formazione, dapprima affrontati con mio padre che ha avuto il merito di insegnare e infondere a me e mio fratello la voglia di conoscere e fare sempre nuove esperienze che comprendevano anche l’alta quota. Quindi iniziamo giovanissimi con le montagne di casa: il Monte Bianco, il Monte Rosa, Gran Paradiso e altre, e poi fuori dall’ Europa con l’ Ojos del Salado, Cile (6891 mt), il Toubkal, Marocco (4165 mt,) Kilimanjaro e alcune montagne sopra i 6000 mt in Nepal.

Una volta cresciuto ho continuato ad esplorare il Mondo e soprattutto il mondo dell’alta quota da solo, raggiungendo il mio primo 8000, il Cho Oyu nel 2005. Ne seguiranno altri e tante altre montagne anche di altezza inferiore agli 8000 metri, ma sempre affrontate con quella voglia di conoscenza e di fare proprie tutte le esperienze e le emozioni provate.
Nel 2011 raggiungo la cima del Manaslu, 8163 m, e la ridiscendo, non integralmente, con gli sci. Da questo momento ogni mio progetto è concepito per poter ridiscendere le montagne scalate con gli sci.

I miei higlights della carriera sportiva sono: cima del Cho Oyu 2005, Ama Dablam 2010 in solitaria e in periodo monsonico no stop dal campo base alla cima e ritorno in 26 ore nel 2010, cima Manaslu e discesa con gli sci nel 2011 . Nel 2015, dopo aver scalato negli anni precedenti Korzhenevskaya Peak</em 7.105m, Lenin Peak 7.134m e del Khan Tengri Peak 7.010m (2013) e Pobeda 7439m (2014), raggiungo la cima del Communism Peak 7495m e ne realizzo la discesa integrale con gli sci conseguendo l’onorificenza Snowleopard, primo e per ora ancora unico italiano.

Nel 2016 voglio salutare onorevolmente le montagne del Tien Shan e del Pamir e, dopo aver salito una prima volta il peak Lenin dalla via normale ed essere sceso con gli sci dalla parete nord, risalgo in solitaria, a distanza di una settimana, direttamente dalla parete nord, attraverso la via Arkin. Salita e discesa in circa 14 ore. Nell’ottobre del 2017 raggiungo la cima del Dhaulagiri (8156 mt) sciandola parzialmente, da 7400 mt Il 2018 mi vede impegnato sulle pareti del Laila peak 6096m in Pakistan dove realizzo la seconda discesa in sci della montagna. A Luglio 2019 salgo in cima al Nanga Parbat (8126 metri, Karakorum, Pakistan) dal versante Diamir insieme ai russi Vitaly Lazo e Anton Pugovkin. Io e Lazo scendiamo con gli sci da poco sotto la cima. Dopo il Nanga Parbat, Il 20 luglio, realizzo la prima salita del Gasherbrum VII (6.955 m) attraverso una via diretta, in un’unica spinta e in puro stile alpino, per poi realizzare la prima discesa integrale con gli sci.

Quando non sono in spedizione mi tengo allenato sulle montagne di casa partecipando alle gare di scialpinismo, tra le altre: otto volte il Trofeo Mezzalama, cinque volte il Tour du Rutor, e pratico sci ripido realizzando discese come il Monte Rocciamelone 2011 parete sud-est Fletschorn 2011 parete nord, Breche Cordiere 2013 – Massif Des Ecrins -, Couloir nord de l’Olan – massiccio Des Ecrins – 2014 – Grand Jorasse sud 2016 – Couloir Saudane, Mont Blanc 2016 – Matterhorn est face 2016 – Grand Combin sud 2019.

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