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Cronaca

Un magazzino di Fiano trasformato in serra, all’interno 800 piante di marijuana

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Nell’ambito della consueta attività di monitoraggio di soggetti dediti al commercio di sostanze stupefacenti, personale della Squadra Mobile ha appeso che un uomo di 33 anni, residente a Fiano torinese e già denunciato, nel 2018, per aver avviato un’illecita coltivazione di cannabis, aveva acquisito la disponibilità di un capannone in via Fattorelli, nei pressi del canale derivatore dell’AEM, e ne aveva trasformato l’interno per ricavare alcuni ambienti in cui riprendere l’attività di illecita coltivazione, al riparo da sguardi indiscreti.

Venerdì 22 gennaio il personale della Sezione Antidroga ha effettuato un mirato servizio di appostamento nella zona.

Gli investigatori vedevano giungere un’autovettura, dalla quale scendeva l’uomo. Gli investigatori tentavano di fermarlo, ma il malvivente si dava alla fuga a piedi, in direzione del canale. Prima di essere bloccato, riusciva a gettare le chiavi del capannone nell’acqua.

Il portoncino del capannone, tuttavia, era già stato aperto nei frangenti precedenti e l’interno effettivamente era stato trasformato in un luogo per la coltivazione, la lavorazione ed il confezionamento di marijuana. Erano state allestite tre serre di grandi dimensioni, un zona per l’essiccazione delle piante e una per il confezionamento del prodotto finito. Ognuno di questi ambienti era inoltre dotato di tutte le attrezzature necessarie per svolgere la funzione cui era destinato (lampade per coltivazioni indoor, aeratori, ventilatori, etc.).

L’irruzione nel capannone permetteva oltretutto di sorprendere due complici intenti ad occuparsi di alcune delle attività necessarie per la lavorazione ed il confezionamento della sostanza stupefacente. Entrambi pregiudicati, sono stati arestati.

L’operazione si è conclusa con il sequestro di circa 800 piante di cannabis, di alcuni chilogrammi di infiorescenze essiccate, delle attrezzature rinvenute all’interno del magazzino e di due automezzi (un furgone e un’autovettura) adoperati dagli arrestati per svolgere l’illecita attività.

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