Lavoro
Appendino: i 100 dipendenti ex Auchan di corso Romania devono avere garanzie per il futuro
Si è tenuto ieri un incontro in videoconferenza tra la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Cub sulla difficile situazione dei lavoratori ex Auchan di corso Romania passati a Conad.
A circa un anno e mezzo dall’acquisto da parte di Conad della catena Auchan in Italia, operazione effettuata tramite cessione di ramo d’azienda, su 260 dipendenti solo 154 sono stati ricollocati. Per i restanti 106, al termine degli ammortizzatori sociali fissato per fine 2020, l’unica prospettiva sarebbe il licenziamento.
Dichiara la sindaca, Chiara Appendino: “Da circa un anno e mezzo seguo con grande attenzione e preoccupazione la vicenda occupazionale che riguarda il recente passaggio di proprietà dei punti vendita ex Auchan. L’incontro di ieri con le organizzazioni sindacali ci ha trovati uniti nel fare fronte comune per scongiurare l’ennesima emorragia occupazionale del nostro territorio. È urgente che Margherita distribuzione spa e Conad si confrontino con i rappresentanti dei lavoratori e con le Istituzioni, rispettando le leggi in materia, oltre agli impegni assunti a livello nazionale, volti alla salvaguardia occupazionale di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Le 100 famiglie coinvolte devono avere garanzie per il futuro”.
Dichiarano Sergio Diecidue, segretario generale aggiunto Uiltucs Torino, e Ivano Franco, della segreteria Filcams Cgil Torino: “È inaccettabile, oltre che illegale, che una cessione di ramo d’azienda produca oltre 100 esuberi, perché per legge tali operazioni devono garantire i volumi occupazionali. L’operazione Margherita (ex Auchan) – Conad rappresenta il più grande riassetto della grande distribuzione a livello nazionale. È urgente che le istituzioni, di concerto con il sindacato, monitorino la situazione per evitare forzature illegittime come questa. Dobbiamo mettere in campo ogni azione utile a salvare queste lavoratrici e lavoratori. I tempi sono ristretti, a partire da gennaio 2021 saranno licenziati”.
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