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Alla RSA del Cottolengo ai tempi del coronavirus gli ospiti parlano con i parenti con la videoconferenza

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La necessità di adattarsi al nuovo modo di vivere imposto dalla pandemia da coronavirus sta cambiando anche il modo di lavorare nelle RSA. Purtroppo in molte di queste RSA ci sono stati problemi importanti dovuti a diffuse infezioni che hanno portato alla morte di molti ospiti anziani. Nell’RSA Annunziata del Cottolengo di Torino da subito hanno deciso di bloccare l’accesso si parenti nella struttura prima ancora che entrassero in vigore le misure del Governo contro la diffusione del coronavirus, ma hanno potuto creare continuità di contatto e di visite dei parenti agli ospiti in forma virtuale. garantendo il collegamento tra le persone residenti e i propri familiari.

 

Tutto è partito grazie a un’iniziativa del Comune di Torino, con la multinazionale delle tecnologia Cisco,  con l’intervento dell’assessore all’Innovazione della Città di Torino Marco Pironti,  che ha donato alla Piccola Casa della Divina Provvidenza un sistema di video conferenza in grado di effettuare videochiamate fra gli ospiti e i parenti. Il progetto si è poi allargato fornendo gli stessi a altre 20 residenze per anziani,

Giovanni Tarantino, responsabile del personale dell’Rsa Annunziata racconta la messa a regime del servizio

Lo scopo dello strumento è di alleviare il distacco che si è venuto a creare tra il parente e l’ospite. L’ospite può connettersi virtualmente al proprio parente in modo da ricreare una vicinanza affettiva. L’apparecchio ricorda una televisione, strumento familiare per gli ospiti, in modo che per loro sia più naturale e agevole mettersi in contatto con i cari.

Noi accogliamo solitamente nella struttura i nostri ospiti e tutta la loro famiglia che diventa una vera comunità

Quando c’e’ stato l’inizio della pandemia eravamo molto preoccupati per i nostri ospiti e prima della chiusura generalizzata prescritta dal governo, l’unita di crisi interna della Piccola Casa ha valutato la salvaguardia e salute degli ospiti e abbiamo dovuto chiudere le visite che in struttura non avevano orari specifici di visita se non quelli legati alla necessità seguire la cadenza della vita della struttura.

La pandemia ha dato una spinta gestionale per innovare e grazie alla positiva proposta da parte dell’assessorato, del comune di Torino e di Cisco abbiamo inserito un elemento innovativo che ha permesso di superare lo stress affettivo. Siamo partiti offrendo il servizio disponibile attraverso una prenotazione da parte dei coordinatori. In parallelo abbiamo realizzato un tutorial disponibile per i parenti perchè sapessero come fare per collegarsi.

Dopo una prima fase interlocutoria i parenti e gli ospiti hanno gradito molto il servizio e hanno potuto mettersi in contatto anche visivo con parenti anche all’estero. Le prime chiamate erano commoventi con lacrime di gioia per la possibilità di rivedersi e di riunire la famiglia. Oramai ogni giorno ci sono 15-20 videoconferenze fra i 120 ospiti della struttura.

L’uso del sistema ci sta spingendo a valutare quello che potrebbe essere il futuro e cercare di capire nuove possibilità di interazione con i parenti. Le diverse 70 persone che lavorano nella struttura hanno apprezzato l’uso dello strumento perchè ci permette di migliorare il nostro servizio e di rassicurare i nostri ospiti donando loro un modo diverso di coltivare i loro affetti”.

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