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Cultura

Famiglia di teatranti e circensi scrive a Franceschini: questa è la nostra situazione, aiutateci!

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che Paolo Miletto, artista viaggiante di Cigliano, ha scritto al Ministo Franceschini per spiegare la sua situazione e chiedere aiuti importanti per la categoria.

Alla Cortese attenzione di Dario Franceschini
Staff Ministero Beni Culturali dello Spettacolo dal Vivo

Mi chiamo Paolo Miletto e chiedo scusa dello sfogo ma vorrei che provaste ad entrare nelle problematiche delle famiglie ed immaginare quale situazione personale io sto vivendo.
Premetto che appartengo alla categoria dello spettacolo viaggiante da sempre visto che la mia famiglia vive in questo mondo da oltre 100 anni. Sono semplicemente un piccolo esercente ed ho due tipi di licenze: una di teatro viaggiante con esibizione di arte varia e l’altra da circo, con due codici identificativi.
Mi chiamo Paolo Domenico Miletto, sono residente a Cigliano e il mio nucleo famigliare è composto da sei persone, 4 figli, mia moglie ed io. Sono nato nel 1972 e la mia prima licenza comunale, rilasciatami dal comune di Venaria, risale al 1995.
Le scrivo perché stiamo vivendo una situazione lavorativa ed economica molto drammatica e sgradevole.
In data 23 febbraio di quest’anno, causa Covid il mio settore si è dovuto fermare senza poter avere nessun tipo di entrata e ringraziando Dio ho potuto sfamare i miei figli e tirare avanti con i buoni pasto avuti dal mio comune di residenza.
In data 7 luglio il nuovo DPCM ha dato il via libera agli spettacoli ma con la facoltà di far decidere ai comuni la possibilità di rilasciare le autorizzazioni per svolgere gli spettacoli. Tra tante avversità si è cercato di campare sino a settembre ma visto che gli spettacoli si svolgevano all’aperto i costi sono stai ingenti, tra la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, costo delle marche da bollo, SIAE, dichiarazioni di corretto montaggio e adeguamento per la sicurezza anti Covid. Il maltempo poi ha fatto il resto ed il risultato per questa stagione estiva è stato catastrofico. Non mi sono dato per vinto in attesa della riapertura dei teatri ad ottobre… ma invece ho trovato teatri più cari e con meno posti a causa Covid. E intanto i media in televisione già annunciavano un lockdown a breve… Dunque gente che non esce più ed ha paura del divertimento perché spaventati, ma nel frattempo le spese di pubblicità, SIAE e ENEL restano rendendo insostenibile il nostro duro mestiere che nel tempo si è fatto sempre più difficile a causa anche delle nuove tecnologie. Ma nonostante ciò abbiamo continuato a credere nello spettacolo dal vivo che è l’unica nostra vocazione.
Desidero raccontarle la mia situazione perché sono disperato!

In Agosto 2019 ho acquistato un tendone nuovo a debito (70.000 Euro) ed ho puntato a fare la piazza di Natale a Vercelli e, tolte le spese, non è andata bene ma con la SIAE di questa piazza sono riuscito ad ottenere dal Ministero dei Beni Culturali l’assegnazione di un contributo chiamato extrafus di 10.000 Euro. Per un po’ ci ho creduto ma poi, avendo problemi con il DURC per l’INPS non in regola, non ho potuto percepire questi soldi e, mi hanno detto, anche perché ho percepito il reddito di cittadinanza di 485 Euro… Quindi non ho preso nulla e abbiamo dovuto vivere in 6 persone senza lavorare.
Vi sembra giusto? Sapete cosa vuol dire mantenere una famiglia con scuola, affitto, utenze, rate, assicurazione, deperimento del materiale quando quei soldi bastano a malapena per mangiare…
Secondo me non ve ne rendete conto.

Onorevole Franceschini, ma quale aiuto ci avete dato? Avete aiutato solo i benestanti! Lei crede che non mi sarei messo in regola con l’INPS se avessi potuto? Prima di pagare i debiti è morale dar da mangiare ai propri figli per tenere unita la famiglia e lottare per i nostri sani principi… e lo facciamo da 25 anni!
Non so se questo è essere un bravo imprenditore, ma certamente onesto e anche molto sfortunato… L’unica ricchezza sono mia moglie e miei figli e a volte mi consolo pensando a chi sta peggio di me. In fondo dicono che basta la salute… anche se sono diabetico da 6 anni.
Mi domando incessantemente perché il Governo, visto l’evento eccezionale che ha colpito anche tutta la nostra categoria non abbia dato un contributo a fondo perduto per aiutare gli imprenditori nella mia situazione o al limite pagato l’INPS con quei soldi promessi. Almeno mi sarei levato un debito e forse sarebbe risultato meno difficile ripartire… se mai ripartiremo.
Sono in preda ad un esaurimento nervoso che sta compromettendo i rapporti famigliari e non lo vorrei… ma sono disperato! Sono arrivato a 50 anni senza riuscire a concludere nulla di positivo e se non riesco nemmeno a sperare in un futuro accettabile e per cercare un po’ di pace non mi resta che il suicidio a cui continuo pensare…

Vi prego con tutto il cuore, aiutatemi!
Sbloccate quei soldi o almeno dateci un contributo a fondo perduto che ci permetta di vivere e di pagare dei debiti senza mettere di mezzo INPS o altro.
Per favore, aiutatemi!

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