Cronaca
In Consiglio comunale a Torino la preoccupazione per l’attuale gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Regione Piemonte
Il Consiglio comunale giudica con severità e preoccupazione le modalità con le quali le autorità regionali, a partire dall’assessorato alla Sanità, stanno gestendo la recrudescenza della pandemia. La presentazione di un’interpellanza generale sul tema ha dato modo a vari consiglieri e consigliere di esprimersi in merito. Il primo firmatario dell’interpellanza, Marco Chessa (M5S), partendo dall’esperienza personale recentemente vissuta, ha evidenziato la lunghezza dei tempi necessari per ottenere l’effettuazione del tampone e il relativo responso. Le risposte inefficaci da parte delle ASL, ha aggiunto il consigliere, derivano dalla mancata programmazione, nei mesi scorsi, in vista della ripresa stagionale dei contagi.
Anche Maria Grazia Grippo (PD) ha preso spunto dall’esperienza che sta vivendo in questi giorni, ha stigmatizzato la dilatazione dei tempi del responso per i tamponi come conseguenza della mancata programmazione. Il Comune non ha competenze dirette, ha concluso Grippo, ma ha il compito di contribuire a fare chiarezza in vista del prossimo periodo di difficoltà.
La difficoltà nel rapportarsi con i centralini delle ASL, ed in generale di avere informazioni chiare e tempestive è stata sottolineata da Federico Mensio (M5S), preoccupato per il fatto che non vi sia stata una preparazione adeguata del sistema sanitario, nei mesi passati, a fronte del peggiorare della situazione. Analoghe considerazioni sono state enunciate anche da Barbara Azzarà (M5S), che ha criticato il fatto che, sul territorio, le varie ASL forniscano talvolta indicazioni differenti, ad esempio sulle quarantene collettive. Azzarà ha anche reclamato la disponibilità dei dati ufficiali sui contagi in ambito scolastico.
Dal suo osservatorio di operatore della sanità, Andrea Russi (M5S) ha spiegato di avere a sua volta constatato una gestione inadeguata della pandemia, che non ha visto l’utilizzo dei mesi passati per correre ai ripari. L’assessore regionale alla Sanità, ha poi concluso, dovrebbe essere prontamente sfiduciato e sostituito. Lorenza Patriarca (PD) si è soffermata sul contesto scolastico, deplorando il fatto che non sia stato avviato un efficace sistema di sorveglianza attiva per bloccare i focolai di contagio e reclamando un cambio di rotta da parte della Regione, prima che sia troppo tardi.
Da parte sua, Raffaele Petrarulo (Sicurezza e Legalità), premesso che non si possa imputare inerzia alla Regione Piemonte ha ricordato come un ordine del giorno votato dal Consiglio comunale su sua proposta, già tempo fa avesse reclamato la riapertura del Maria Adelaide come ospedale dedicato ai casi di Covid-19. Di riorganizzazione dei servizi sanitari regionali, accelerazione del sistema dei tamponi e rafforzamento dell’assistenza a domicilio ha parlato nel suo intervento Francesco Tresso (Lista Civica per Torino), rievocando un ordine del giorno consiliare dell’aprile scorso e auspicando che il Comune eserciti adeguate pressioni sulla Giunta regionale.
Coprifuoco e chiusure di esercizi commerciali e luoghi di spettacolo sono la conseguenza dell’inadeguatezza dei processi di mappatura e presa in cura dei malati, è stata la considerazione di Viviana Ferrero (M5S). La consigliera ha quindi auspicato un’adeguata regia delle azioni di contenimento del contagio, con il Comune a farsi parte attiva nei confronti della Regione. Infine, Elide Tisi (PD), ha paventato la saturazione della capienza ospedaliera, suggerendo un intenso confronto fra Città di Torino e ASL su come affrontare l’imminente stagione invernale, di per sé foriera di un incremento della domanda di posti letto, con strutture dedicate ai positivi al Covid, compresi quelli residenti in RSA.
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