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Il 15 ottobre è l’handwashing day, l’importanza di lavarsi le mani

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Il 2020 e la pandemia di COVID-19 ci hanno insegnato che la corretta igiene e pulizia delle mani sono la chiave per stare bene e in salute. Ed è proprio per questo motivo che l’appuntamento annuale con il Global Handwashing Day assume una rilevanza del tutto diversa e porta una nuova consapevolezza di quanto lavare correttamente le mani sia una parte fondamentale per prevenire la trasmissione di malattie e infezioni.

Il 15 ottobre di ogni anno – ormai da 13 anni – è quindi l’occasione per stimolare la coscienza di tutti e accrescere l’attenzione verso l’importanza di un gesto semplice e spesso sottovalutato, ma che costituisce uno dei fondamenti dell’educazione alla salute.

“Le nostre mani ospitano un gran numero di microrganismi, la maggior parte dei quali sono innocui e alcuni anche utili. Tuttavia, una piccola parte è costituita da patogeni che possono provenire dal nostro sistema respiratorio – attraverso tosse e starnuti – o da superfici contaminate, e che possono essere trasmessi ad altre persone” – spiega Danilo Menchise, Responsabile Tecnico Initial Italia. “È così che le infezioni si diffondono per l’80% proprio attraverso il contatto delle mani e in caso di una mancata igiene, il rischio di ‘contagio’ cresce esponenzialmente. Infatti, le mani contaminate possono trasferire i batteri fino a 5 superfici e contagiare fino a 14 altre persone attraverso il solo tocco”.

Anche se ci sono state poche ricerche finora sull’effetto del lavaggio delle mani rispetto alla diffusione di COVID-19, un recente studio condotto sul ceppo dei coronavirus ha mostrato che il rischio di contrarre il comune raffreddore – uno dei sintomi dell’infezione – può essere ridotto del 36% grazie al lavaggio regolare delle mani con il sapone.

E se in Italia il gesto di lavarsi le mani è comunque un’abitudine consolidata – ad esempio prima di cucinare o mangiare, dopo aver usato il bagno o aver toccato superfici e oggetti poco puliti o animali – in realtà l’arrivo del Sars-CoV-2 ha contribuito significativamente a cambiare le abitudini degli italiani in fatto di igiene e a far emergere una nuova attenzione rispetto alle persone e all’ambiente circostanti, specie nei luoghi di lavoro. Secondo un’indagine condotta nel 2020 da BVA-Doxa per Initial Italia, ad esempio, tra gli intervistati 1 persona su 5 (21%) ha ammesso che prima dell’emergenza sanitaria prestava poca (o nessuna) attenzione all’igiene delle mani sul luogo di lavoro. Dopo la pandemia invece, la totalità degli italiani (98%) presta ora molta o abbastanza attenzione all’igiene delle mani sul luogo di lavoro.

Tuttavia, esiste un ulteriore aspetto cui si presta poca attenzione: se lavarsi le mani è fondamentale, altrettanto importante è asciugarle bene. Ad esempio, negli ambienti comuni come gli uffici, spesso si commette l’errore di uscire dal bagno con le mani bagnate, ma in questo modo si aumenta, inconsapevolmente, la probabilità di diffondere germi e batteri rispetto alle mani asciutte.

Nonostante il suo potenziale “salva-vita”, lavarsi le mani con il sapone non è ancora una prassi effettuata con tempi e modalità adeguate ed è quindi fondamentale continuare a incoraggiare tutte le buone pratiche necessarie a garantire i corretti standard di prevenzione, sia in ambito familiare e scolastico sia nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici in generale. Non si può più abbassare la guardia ed è tempo di agire concretamente per promuovere un’efficace educazione alla salute, specie se vogliamo che la ripartenza sia definitiva.

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