Cultura
Torna a Palazzo Madama Torino World Press Photo
Per il quarto anno consecutivo torna a Torino World Press Photo, la mostra di fotogiornalismo più importante al mondo. Presente in oltre cento città e più di 45 Paesi, quest’anno cambia location: è in programma da sabato 10 ottobre 2020 a lunedì 18 gennaio 2021 a Palazzo Madama.
La mostra è organizzata da CIME, organizzazione pugliese, nonché uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam, e Fondazione Torino Musei.
Ogni anno migliaia di fotoreporter delle maggiori testate editoriali internazionali come National Geographic, BBC, CNN, Le Monde, ElPais si contendono il titolo nelle 8 diverse categorie del concorso di fotogiornalismo: ContemporaryIssues, Environment, General News, Long-TermProjects, Nature, Portraits, Sports, Spot News. Obiettivo aggiudicarsi l’ambito premio e unacollocazione in questa mostra.
La giuria internazionale ha esaminato nel 2020 i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. In finale sono arrivati 44 fotografi provenienti da 24 paesi.
La 63esima edizione della mostra presenta 157 immagini realizzate dai finalisti dell’edizione 2020. Tra queste, Straight Voice che si è aggiudicata il premio World Press Photo of the Year 2020, firmata dal giapponese Yasuyoshi Chiba dell’agenzia Agence France-Presse. La fotografia – realizzata a Khartum nel giugno del 2019 da Yasuyoshi Chiba, dopo il colpo di stato militare contro Omar al-Bashir – ritrae un ragazzo, illuminato dalla luce dei telefoni cellulari, che in una manifestazione in Sudan recita una poesia di fronte ad altre persone che lo applaudono. “Nell’immagine vediamo un giovane che non sta sparando, che non sta lanciando sassi, ma recitando una poesia – ha dichiarato LekgethoMakola, presidente della giuria del premio – In un periodo come quello in cui viviamo, pieno di violenza e conflitti, è importante avere un’immagine che ispiri le persone”.
Gli altri finalisti per la foto dell’anno sono TomerKaczor, che ha ritratto una rifugiata armena affetta dalla sindrome da rassegnazione, MulugetaAyene con una foto scattata durante i funerali delle vittime del volo Ethiopian Airlines 302, Farouk Batiche con le proteste antigovernative in Algeria, Ivor Prickett, che ha raccontato la lotta dei curdi in Iraq e Nikita Teryoshin, presente alla più grande conferenza sulla difesa nel Medio Oriente.
Il francese RomainLaurendeau ha vinto invece il World Press Photo Story of the Year, la categoria dedicata alla migliore sequenza di immagini di rilevanza giornalistica. Lo scatto premiato – dal titolo Kho, the Genesis of a Revolt – documenta il disagio giovanile in Algeria e la forza ispiratrice delle nuove generazioni nelle proteste del 2019.
I riconoscimenti per ogni sezione sono stati conferiti da una giuria composta da Lucy Conticello, direttrice fotografica del settimanale M di Le Monde, Sabine Meyer, direttrice fotografica dell’organizzazione National Audubon Society, dai fotografi Chris McGrath, Pete Muller, Mariana Bazo e dalla curatrice TanviMishra. A capo della commissione LekgethoMakola, direttore del Market Photo Workshop di Johannesburg.
Tra i sei italiani sul podio anche il torinese Fabio Bucciarelli, classe 1980, secondo premio nella sezione storie della categoria General News per un servizio realizzato per L’Espresso sulle proteste in Cile, iniziate a ottobre 2019 dopo l’approvazione di una legge sull’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana della capitale e proseguite per denunciare soprattutto le forti disuguaglianze economiche e sociali del paese. Il cuneese Nicolò Filippo Rosso è giunto, invece, terzo nella sezione storie della categoria ContemporaryIssues, con un lavoro sugli effetti della crisi politica e socio-economica in Venezuela e sulla migrazione dei venezuelani in Colombia.
L’inaugurazione sarà alle 18 di venerdì 9 ottobre (a inviti). Ospite d’onore all’inaugurazione Fabio Bucciarelli, fotografo e scrittore italiano, conosciuto per la sua documentazione di conflitti e crisi umanitarie. Dal 2010 documenta i grandi cambiamenti storici avvenuti in Africa e Medio Oriente, tra cui la guerra civile libica fino alla morte di Gheddafi, la crisi profughi e le guerre nei territori occupati dallo Stato Islamico in Siria, Libia e Iraq. I suoi reportage hanno ricevuto i più alti riconoscimenti internazionali, tra cui la RobertCapa Gold Medal, il World Press Photo, il PrixBayeux-Calvados, il Picture of the Year International(POYi), il Kuala Lumpur Photo Awards, il Sony Award, Il Premio Ponchielli, il Best of Photojournalism (BOP), il World.Report Award.
La mostra sarà aperta al pubblico a partire da sabato 10 ottobre.
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