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Ambiente

I ragazzi di Greta sono di nuovo in piazza per il clima #FridaysForFuture

Gabriele Farina

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Sono di nuovo in piazza, anche a Torino, i ragazzi di Fridays For Future, per chiedere con forza alle istituzioni mondiali di impegnarsi concretamente per il clima del pianeta.

https://www.facebook.com/quotidianopiemontese/videos/819592252181864/?__cft__[0]=AZXlaYxrt2C5WFoE_Y1VNKO4dh6itK-AJIOythxyctT11vVhxYXOhwQvOYQf6j8pC9IfFzELnYngcR7j9nB3_rtYGG-9hV4J3Ei0nbx9fQxiUNGtHrs1TWN8d1AaeatSWO9SHMqmie1OkFKhWmE8QgUjhuC-nliRPGvzaPHjhcohWhCEbr_Lz8LEunQmIvD9J0MVykaB7TnTRXl1tJsu4NqI&__tn__=%2CO%2CP-R

Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere.

La crisi sanitaria ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale.
Nonostante questo, nessun governo – nemmeno quello italiano – ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni. L’avviso è chiaro: rischiamo di spingerci troppo in là. Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il riscaldamento globale di 1,5°C, il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra.

Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo.

Perché tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? Perché tocca ancora noi – ragazzi, studenti, lavoratori – scendere in strada e cercare di scuoterli?

Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni paese dovrà fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi in cui ha stabilito di fare di tutto per evitare il peggio.

Questa pandemia è stata – ed è ancora – una tragedia. Ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia – creando nuovi, diversi lavori – e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro paese.

Insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha raccolto nella campagna “ Ritorno al Futuro” molte proposte concrete per il governo italiano, che però sta facendo il contrario: sta cercando di tornare alla “vecchia normalità”, sta incentivando l’economia basata sui combustibili fossili e sta spendendo denaro per ripristinare un passato malato e non per costruire un futuro migliore.

Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire. Ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà e trattare la crisi climatica come una crisi.

Vogliamo che la politica dia la priorità alla sopravvivenza dell’umanità piuttosto che all’avidità di pochi. Vogliamo un’economia basata sul benessere delle persone e la tutela degli ecosistemi e non più sul PIL, un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il sud del mondo. Vogliamo un Ritorno al Futuro.

E per questo invitiamo tutti a mobilitarsi in prima persona.

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