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Economia

Coronavirus: nei primi sei mesi del 2020 calo pesantissimo degli indicatori economici in Piemonte: produzione -15,3%, export -21,2%

Redazione Quotidiano Piemontese

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Nell’ambito della collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha diffuso i dati della 195ª “Indagine congiunturale

sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nel mesi di luglio con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2020, ha coinvolto 1.719 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 96.569 addetti e un valore pari a circa 52,1 miliardi di euro di fatturato.

Dall’indagine emerge come, nel periodo aprile-giugno 2020, l’impatto dell’emergenza Covid si sia mostrato con tutta la sua forza. Se nel I trimestre 2020 la produzione manifatturiera regionale aveva registrato una flessione del 5,7%, il calo produttivo nel II trimestre è quasi triplicato (-15,3%).

La contrazione della produzione industriale si è associata all’andamento negativo evidenziato da tutti gli altri principali indicatori. Gli ordinativi sono crollati del 16,4% sul mercato interno e del 15,1% sul mercato estero.

La flessione del fatturato totale si è attestata al 15,3%, la componente estera è diminuita del 13,2%. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso di 18 punti rispetto all’analogo periodo del 2019.

Nei primi sei mesi del 2020 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 18,7 miliardi di euro, registrando complessivamente una flessione del 21,2% rispetto all’analogo periodo del 2019.L’emergenza Covid-19, che ha colpito duramente il tessuto regionale a livello produttivo, ha avuto pesanti conseguenze anche sulle vendite all’estero. Se nel I trimestre, infatti, la flessione è stata del 5,8%, gli effetti della pandemia si sono manifestati con ancora maggior evidenza nel II trimestre dell’anno, periodo in cui il calo delle esportazioni ha raggiunto il 35,7%.

La battuta d’arresto evidenziata sul fronte del commercio estero dalla nostra regione è risultata più intensa rispetto a quanto avvenuto a livello complessivo nazionale (-15,3%). Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, sono state le regioni del Nord a fornire i contributi negativi maggiori e, in particolare, Lombardia (-15,3%), Emilia Romagna (-14,2%), Veneto (-14,6%) e Piemonte che, da sole, spiegano i due terzi della flessione tendenziale delle esportazioni del nostro Paese.

Nonostante la performance negativa della nostra regione abbia assunto un’intensità maggiore rispetto a quella – seppur elevata – manifestata dalle altre principali regioni esportatrici italiane, nel periodo gennaio-giugno 2020, il Piemonte si è comunque confermato, la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,3% delle esportazioni complessive nazionali(incidenza tuttavia inferiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2019, quando raggiungeva il 10,0%).

A livello settoriale, fatta eccezione per il comparto alimentare, che ha mostrato una flessione più contenuta (-2,8%), tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato forti diminuzioni produttive rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le più accentuate sono state quella delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-32,9%) e quella della meccanica, crollata dell’19,9%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-18,8%) e delle industrie elettriche ed elettroniche (-18,5%).

Non sono andati molto meglio il comparto del legno e del mobile (-16,3%), quello dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione dell’11,8% e quello della chimica/plastica (-11,4%).

Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 74,6%, accompagnato da una contrazione a doppia cifra della componentistica autoveicolare (-24,2%).

Il fermo delle attività produttive non ha guardato alla dimensione aziendale. Nel II trimestre 2020 tutte le classi dimensionali hanno infatti mostrato un calo della produzione, che è risultato più accentato per le micro (0-9 addetti; -17,5%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti; -16,4%). Le piccole realtà (10-49 addetti) hanno registrato una contrazione produttiva dell’11,6% rispetto al II trimestre 2019 e le medie aziende (50-249 addetti) un calo del 15,8%.

Nel periodo aprile-giugno 2020, com’era prevedibile, le aziende manifatturiere piemontesi hanno evidenziato contrazioni produttive su tutto il territorio regionale.

Il dato peggiore, a causa della specializzazione tessile, ha investito il biellese, che ha registrato una flessione della produzione del 30,2%, seguito da Vercelli (-21,1%). Tra le province del nord del Piemonte anche il Verbano Cusio Ossola ha subito una flessione severa dei livelli produttivi (-20,9%), leggermente meno negativo il dato mostrato dalle imprese manifatturiere di Novara (-16,0%).

Per Torino e Asti la contrazione produttiva si è attestata al -14,2% mentre, grazie alla specializzazione alimentare, è lievemente più attenuata l’intensità del calo riscontrato a Cuneo (-13,3%) e Alessandria (-11,2%).

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