Cronaca
Edisu, in Piemonte niente borse di studio per gli studenti che manifesteranno in modo violento
Da quest’anno gli studenti violenti (“quella minoranza di studenti che invece di studiare devastano puntualmente le aule, impedendo a chi non la pensa come loro di esprimere le proprie opinioni con la violenza e anche di studiare nei propri spazi” come recita il comunicato ufficiale), avranno vita più dura e rischieranno di perdere i benefici delle borse di studio erogate dalla Regione.
E’ il risultato delle politiche dell’assessore regionale al Diritto allo Studio universitario, Elena Chiorino e del presidente dell’Edisu, Alessandro Sciretti, che fin dal primo giorno avevano giudicato inaccettabili gli episodi di violenza all’interno delle università piemontesi avvenuti nei mesi scorsi. Episodi che avevano costretto alcuni Atenei a sospendere lezioni ed esami e che avevano provocato danni ingenti alle strutture, compreso il ferimento di alcuni esponenti delle Forze dell’ordine.
Con l’approvazione del Bando Edisu 2020-2021 la Regione Piemonte continuerà a garantire borse di studio, servizio abitativo, ristorazione e tutte le altre provvidenze sono sostenute come ogni anno dal trasferimento regionale. Ma, rispetto agli anni scorsi, è stata inserita questa novità, finalizzata a ribadire un concetto di meritocrazia che passa anche dal senso civico: è ufficiale la possibilità di revocare le borse di studio a chi si rende protagonista di gravi comportamenti, tali da essere sanzionati con provvedimenti disciplinari degli atenei superiori all’ammonizione.
«Si tratta di un passo molto importante – spiega Chiorino – perché afferma un principio fondamentale, ovvero il rispetto della legalità all’interno dell’Ateneo, della meritocrazia e delle più basilari regole del vivere civile. L’Università è certamente un luogo di confronto, ma non può essere considerata una zona franca in cui chiunque, in base ad astrusi ragionamenti ideologici, può fare ciò che vuole, anche arrivando al punto di distruggere e devastare spazi pagati con le tasse dei piemontesi. Con questo provvedimento la Regione dice no al “dirittismo”, ovvero alla teoria che tutti possano fare ciò che credono, senza dover rispondere di alcun dovere, ma, allo stesso tempo, garantisce il diritto allo studio a tutti e con tutti i mezzi a disposizione».
«Sono molto soddisfatto dell’approvazione di questo bando – conclude Sciretti – che mette insieme la necessità di supportare gli studenti capaci e meritevoli nell’era post-Covid e la volontà di affermare un valore fondamentale: il rispetto delle regole è parte integrante dei requisiti di merito».
Invece non sono contente le associazioni studentesche, tra le quali l’Unione degli Universitari Torino che vedono nel provvedimento il tentativo da parte dell’Edisu di sostituirsi ad un “servizio di vigilanza”. “La Regione Piemonte e l’EDISU Piemonte sembrano aver dimenticato – scrivono – che il Diritto allo Studio è, come il termine stesso indica, un diritto e come tale deve continuare ad essere garantito a tutte e tutti, senza alcun tipo di strumentalizzazione ideologica.”
“La visione superficiale di falsa meritocrazia – continuano nella nota – dimostra la completa noncuranza verso studentesse e studenti che, in questo periodo di emergenza sanitaria – ma anche economica e sociale – hanno affrontato numerose difficoltà. Invece di trovare, e quindi inserire nel bando, soluzioni concrete per aiutare la popolazione studentesca, l’attenzione delle istituzioni è stata rivolta alla negazione del diritto allo studio.”
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese