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‘Ndrangheta, resta in carcere l’ex assessore regionale del Piemonte Roberto Rosso

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Niente domiciliari per l’ex assessore regionale del Piemonte Roberto Rosso e l’imprenditore Mario Burlò, rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta ‘Fenice’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte.

Il giudice del tribunale di Torino Elena Rocci ha respinto le istanze che chiedevano la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari.

Rinviato a giudizio Roberto Rosso, l’udienza per l’accusa di voto di scambio il 9 luglio

“Rispettiamo tutti i provvedimenti dei giudici anche se dopo 6 mesi che Burlò è detenuto siamo un po’ sconcertati”, dichiara l’avvocato Domenico Peila, che difende Burlò. Nei giorni scorsi erano state respinte anche le istanze per i domiciliari presentate dai legali dell’imprenditrice Enza Colavito e di Carlo De Bellis. “Auspico che emerga la realtà durante il dibattimento”, conclude l’avvocato di Colavito, Alessandro Paolini.

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