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Lavoro

Gallina: felici della riapertura delle industrie ma servono interventi più ampi e concreti

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“Finalmente da questa mattina possiamo assistere alla riapertura delle attività produttive, dopo il lungo periodo di chiusura  che ne ha messo a dura prova la sopravvivenza. Oggi ci rialziamo in piedi e ripartiamo, forti di quella resilienza che da sempre caratterizza il nostro sistema industriale.” E’ quanto dichiara il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, commentando la riapertura di gran parte delle aziende.

“Il protocollo che abbiamo sottoscritto pochi giorni fa, con l’Esecutivo e le altre parti sociali, – prosegue Gallina – evidenzia come oggi la priorità delle imprese sia la sicurezza dei dipendenti e la tutela della salute nei luoghi di lavoro. È nell’interesse di tutti che le prescrizioni siano rispettate al massimo: è l’unico modo per riavviare le attività e combattere la gravissima crisi economica che ci aspetta.”

“Siamo lieti che il Governo abbia accolto la richiesta del sistema industriale di permettere la riapertura delle imprese, la cui prolungata sospensione ha rischiato di far perdere al nostro Paese quote di mercato, ma non basta. Serve di più e più coraggio.

Chi oggi ha ripreso la propria attività ha davanti a sé una sfida difficile: recuperare lo svantaggio rispetto ai propri concorrenti internazionali, affrontando le forti limitazioni e i costi superiori da gestire. Se la strada è in salita, la determinazione, l’eccellenza e la capacità delle nostre aziende sono punti di forza determinati, a cui si aggiunge il sostegno dell’intero sistema Confindustria.

Tuttavia il nostro impegno non basta, per permettere una reale ripresa del tessuto industriale servono interventi più ampi e concreti. Bisogna ora pianificare la fase 3 con concretezza, attraverso interventi chiari e snelli, che garantiscano un rapido accesso alla liquidità per le aziende, sblocchino investimenti e opere pubbliche, eliminino le barriere burocratiche e attivino incentivi all’acquisto di beni, permettendo al tessuto produttivo e industriale di guardare al futuro con fiducia”.

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