Alessandria
Polemiche per il fumetto sulle Foibe distribuito nelle scuole del Piemonte
La Regione Piemonte ha annunciato, attraverso l’Assessora alla Scuola, Elena Chiorino, la distribuzione gratuita del fumetto “Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana” in un gran numero di scuole sul territorio. Si tratta di un’iniziativa voluta dalla Regione Piemonte in occasione della giornata del Ricordo, che tuttavia sta suscitando parecchie polemiche.
“Questo testo – annuncia Grimaldi capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – ha due ordini di problemi uno di tipo formale e uno di aderenza storica dei fatti raccontati”.
Dal punto di vista formale infatti, il fumetto è pubblicato da Ferrogallico, una casa editrice di fumetti vicinissima all’estrema destra, nel cui consiglio d’amministrazione siedono, tra gli altri, il cantautore fascista Federico Goglio, nome d’arte Skoll, e i dirigenti di Forza Nuova Alfredo Durantini (segretario provinciale a Milano) e Marco Carucci (responsabile della comunicazione, che in passato ha annunciato un rogo di libri «inneggianti all’omosessualità»). Ferrogallico è anche unita da un «accordo di collaborazione» a un’altra casa editrice, Altaforte, che è espressione di Casapound (ricordiamo la nota vicenda del Salone del libro) e in particolare del suo esponente Francesco Polacchi, titolare anche del marchio d’abbigliamento Pivert. In ultimo, gli autori di Foiba rossa sono Beniamino Delvecchio (disegni) ed Emanuele Merlino (soggetto e sceneggiatura): quest’ultimo è figlio di Mario Merlino, nome notissimo del neofascismo italiano.
Grimaldi contesta anche la scarsissima aderenza storica delle avventure narrate nel fumetto: “Nel fumetto si fa percepire erroneamente un passato mitico puramente italico dell’Istria, con la presenza slava, pur millenaria, completamente rimossa, oppure la riproduzione di una falsa ordinanza di pulizia etnica anti-italiana nel Trentino e sull’Adriatico orientale che sarebbe stata firmata dall’imperatore austriaco Francesco Giuseppe in persona e a un falso ordine di Tito che avrebbe ordinato sic et simpliciter di cacciare gli italiani dall’Istria (p. 13 e p. 48, entrambi completamente smentiti dai fatti)”.
“In questo contesto – attacca Grimaldi – è totalmente priva di senso la riproduzione della entusiastica e spontanea aderenza all’Italia degli istriani, che in molti casi fu invece un’italianizzazione forzata e una snazionalizzazione violenta, così come appaiono assolutamente fuori luogo i lunghi momenti in cui il buon patriarca italico esibisce la camicia nera in scene di altruismo e magnanimità e tutti i saluti fra i popolani assomigliano decisamente a saluti romani”.
“È un refrain che torna ciclicamente e da cui non riusciamo a uscire – commenta Marco Grimaldi –. È successo anche ieri, quando all’interno della richiesta delle dimissioni del Presidente di Atc Nord, dopo le ignobili dichiarazioni in cui rivendica il suo essere fascista, grazie al Consigliere Marrone (tra gli entusiasti di questa iniziativa regionale) siamo tornati a parlare di foibe, e della lotta di liberazione come guerra civile in cui si usano i crimini come strumenti retorici volti a riequilibrare le responsabilità che la Storia ha già assegnato chiaramente”.
“Se vi è stata una frammentaria conoscenza della nostra Storia – prosegue Grimaldi – i progetti atti a far luce sul contesto istriano sono meritori, ma solo se chiariscono anche le circostanze della pulizia etnica avvenuta in quei luoghi, le atrocità commesse dagli eserciti italiani e tedeschi durante la guerra o l’italianizzazione forzata a cui fu sottoposta l’Istria. Continuare a parlare di guerra civile, raccontare storie parziali e inesatte non è invece la strada corretta”.
“La Regione Piemonte non ha i fondi per distribuire copie della Costituzione italiana, per supportare le istituzioni che si occupano di memoria e resistenza anche piemontese – conclude Grimaldi –, ma li trova per distribuire a pioggia un prodotto qualitativamente pessimo e parziale, legato a triplo nodo al neofascismo italiano. Se alla Giunta Cirio sta a cuore lo studio della storia nelle scuole piemontesi – conclude Grimaldi – chiederemo già martedì in aula di riservare risorse per dare gratuitamente i libri di testo di questa materia a tutte le alunne e gli alunni di ogni scuola di ordine e grado”.
Contro la distribuzione del fumetto nelle scuole si sono espressi anche i due storici torinesi Carlo Greppi (membro del Comitato scientifico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia) e Marco Meotto.
“Riteniamo – dicono i due storici – che si possa e debba arginare questa normalizzazione e istituzionalizzazione della narrative neofascista, ergendosi a difesa del mondo della scuola, a presidio della scuola repubblicana, antifascista e democratica e per arginare il definitivo sdoganamento del fascismo. Diciamolo ovunque e a chiare lettere che il fumetto, edito da una casa editrice neofascista, deve essere immediatamente ritirato dalle scuole piemontesi”.
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