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CFD: sono i nuovi CDO?

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La grande fortuna di cui è oggetto il trading online nell’ultimo periodo è l’ennesima riprova di quanto i mercati finanziari siano al giorno d’oggi uno dei settori più flessibili e rivoluzionari: è bastato avvicinare i mercati alle persone ed esse subito si sono interessate, iniziando a investire, dapprima piccole somme e poi sempre capitali maggiori.

In tutto questo, tuttavia, non manca chi fiuta il pericolo anche laddove esso non è in vista e invoca a gran voce una crisi che per il momento non solo non si avverte, ma non è possibile nemmeno dedurla nemmeno: si tratta dunque di un miraggio?

Alla soglia della rivoluzione dell’Industria 4.0 vi sarà davvero un’altra crisi?
Andiamo ad analizzare perché la situazione del trading online fa presagire ciò e se s tratta solo di un falso allarmismo o vi sono le carte in tavola per affermarlo.

Crisi del 2009: i CDO
Alla base della crisi del 2009, tutti gli esperti lo riconoscono, vi sono particolari strumenti finanziari: i CDO (Collateral Debt Obligation), ovvero titoli di debito (bond) sui quali era possibile investire e che erano garantiti da centinaia di tranches (ovvero frammenti) di debiti ritenuti ad alta affidabilità: ovvero frammenti di debiti del mercato immobiliare.

Per questo la crisi del 2009 è anche detta crisi dell’immobiliare americano: si è trattata di una frode da parte delle banche e degli istituti di rating che assegnavano valutazioni eccellenti ai CDO nonostante si reggessero su mutui ad altissimo rischio, come i mutui a tasso e a rata variabile, senza controlli sul reddito e, in molti casi, con insolvenze di anni.

Il grandissimo numero di frammenti spezzettati e distribuiti su più CDO e il valore di mercato degli stessi hanno provocato la creazione di una grossa bolla finanziaria che poi è esplosa: in sintesi si è investito più di quanto si poteva e i capitali in circolazione esaurivano abbondantemente la disponibilità di liquidi da parte dell’intero sistema!

Il trading online: i CFD
Gran parte delle piattaforme che permettono di fare trading online si reggono su un altro strumento finanziario: i CFD, ovvero Contracts For Difference. Vista la brutta esperienza di circa un decennio fa, non pochi sono scettici nei confronti dei CFD, ma si tratta di uno scetticismo infondato.

Contrariamente ai CDO, infatti, i CFD seguono fedelmente le quotazioni degli asset sottostanti. Si tratta di un servizio messo a disposizione dai broker che permette ai singoli investitori privati di giocare sull’andamento di posizioni aperte dallo stesso broker.

Facciamo un esempio: la piattaforma sulla quale operate ha investito in azioni Amazon. Operando sulla piattaforma potete anche voi investire su CFD Amazon: non comprerete direttamente le azioni della compagnia di Jeff Bezos ma, piuttosto, investirete sulla posizione aperta dal broker.

Vien da se che i CFD Amazon rispecchiano il valore delle azioni Amazon e le sue variazioni di prezzo, semplicemente non si diventa azionisti aprendo una posizione sul titolo!

Non soltanto i rischi di una bolla finanziaria causata dai CFD sono minimi, ma il controllo dello strumento è assai semplice ed immediato!

Investire in CFD conviene?
Il motivo per cui la nostra risposta è affermativa è che grazie al trading online si possono investire somme irrisorie per operare sui mercati finanziari. Il perché scegliere le piattaforme di trading CFD, inoltre deriva anche dal fatto che queste mettono a disposizione un gran numero di possibilità accessorie e sono strettamente regolamentate dalle autorità competenti: stavolta non si tratta di banche ma di organi parastatali, quali la CySEC, la CONSOB e l’ESMA, ovvero enti governativi autorizzati a controllare l’intero settore della finanza.

In definitiva possiamo dire che se ci sarà una nuova crisi, essa non sarà imputabile al trading online né tantomeno alle piattaforme di trading CFD!

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