Economia
BCG Value Creators: è la Juventus la società italiana che ha creato più valore per gli investitori negli ultimi cinque anni
È la Juventus la società italiana che ha creato più valore per gli investitori negli ultimi cinque anni. Il campionato di Serie A 2019-2020 inizierà il prossimo 24 agosto, ma c’è già chi è in testa a un’altra classifica, quella della creazione di valore.
Boston Consulting Group con lo studio “Value Creators” – che da 21 edizioni misura la performance in termini di Total Shareholder Return (TSR) delle aziende quotate a maggiore capitalizzazione attraverso la variazione del prezzo delle azioni e il rendimento dei dividendi distribuiti e reinvestiti – incorona la Vecchia Signora. Nvidia, Broadcom e Netflix sul podio globale.
Dall’analisi, infatti, emerge come il club torinese abbia generato un Total Shareholder Return (TSR) pari al 36%. Il TSR è una metrica elaborata da BCG che esprime il ritorno complessivo dell’investimento azionario misurando la variazione del prezzo delle azioni e il rendimento dei dividendi distribuiti e reinvestiti.
Scorrendo la classifica italiana troviamo ancora, sul podio, Amplifon e Recordati. Quest’ultima rientra poi, a livello internazionale, tra le prime 20 aziende per creazione di valore nella categoria Mid-Cap Pharma. Al quarto posto ancora Torino, anche se con sede legale nel Regno Unito. Ecco Fiat Chrysler che si segnala anche per essere tra le prime 10 società nell’Automotive OEMs.
Ampliando lo sguardo oltreconfine, e guardando alla classifica globale, si evidenzia come siano ancora le aziende statunitensi a guidare la classifica dei creatori di valore, conquistando sette dei primi 10 posti e 11 dei primi 20 tra le aziende globali a grande capitalizzazione.
Solo due delle prime 10 realtà creatrici di valore a grande capitalizzazione e 5 delle prime 20 hanno sede in Asia, il che riflette il numero sproporzionato di aziende nordamericane che si collocano tra le più grandi aziende per capitalizzazione di mercato. Ma uno sguardo alla performance che vada al di là della classifica, rivela un quadro molto diverso. Tra i primi 100 top performer, il 28% sono nordamericani e il 55% asiatici. Allo stesso modo, tra le 330 aziende che si collocano tra le prime 10 del settore, il 29% sono nordamericane e il 45% sono asiatiche.
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