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‘Ndrangheta, arrestato in Brasile il boss Assisi – Video –

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Nicola Assisi e il figlio Patrick sono stati arrestati dalla polizia federale brasiliana e dai carabinieri del comando provinciale di Torino. Sono stati condannati a 30 anni per traffico internazionale di stupefacenti dal Tribunale di Ivrea. L’arresto è avvenuto stamattina a Praia Grande, nello Stato di San Paolo. Agli Assisi sono stati sequestrati un chilo di cocaina, due pistole e una macchina per replicare i sigilli dei container.

Nella loro villa in Brasile, con attico e superattico e un sofisticato sistema di telecamere per controllare ogni accesso, sono stati sequestrati un chilo di cocaina e 20 kg di banconote.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=16&v=ctPCgmn7Ius

Gli Assisi erano ricercati dal 2015, quando sfuggirono agli arresti dell’operazione ‘Pinocchio’ condotta all’alba del 18 giugno nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Agli Assisi è stata confiscata una villa a San Giusto Canavese.

L’arresto “è la vittoria del bene sul male, una notizia senza dubbio positiva” ha commentato all’AdnKronos la sindaca di San Giusto Canavese, Giosi Boggio. “Un plauso – ha aggiunto il sindaco – va senz’altro a tutte le forze dell’ordine che in questi anni si sono impegnate per catturarlo e non hanno mai desistito”.

”Un’ottima operazione, un grande successo non solo per l’arresto di un latitante da tempo quasi infinito ma anche per il duro colpo al traffico internazionale di droga che sicuramente non finisce qui ma più colpi subisce meglio è per l’interesse generale” ha detto all’Adnkronos Giancarlo Caselli, ex procuratore capo di Torino. “Adesso due cose – ha aggiunto Caselli – speriamo che il Brasile sia meglio dell’Uruguay e che il destino di Assisi non sia quello di Morabito e si risolva il problema della villa di San Giusto Canavese”, confiscata in via definitiva nel 2011, “che qualcuno, evidentemente, ‘affezionato’ ad Assisi ha cercato addirittura di bruciare per distruggerla definitivamente ma non è riuscito”. ”Ma – ha proseguito l’ex procuratore torinese – a non essere riuscito a fare quello che dovrebbe fare è lo Stato italiano che deve finalmente restituire questo bene alla collettività. Nel momento in cui lo Stato vince arrestando Assisi, lo Stato non può perdere non restituendo sollecitamente questa villa alla collettività. Le vittorie devono essere complete, non ci si può accontentare anche se di un grande successo come l’arresto di un grande latitante”.

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