Società
Nuova sede a Torino per il programma Come a Casa, che aiuta le mamme migranti ei bambini
Ogni anno, in Italia, arrivano migliaia di donne con i figli, a volte ancora in grembo, che hanno vissuto storie terribili fatte di violenze e di abusi. Lo scorso, solo il Piemonte accoglieva oltre 700 richiedenti asilo nigeriane, di cui più di 400 residenti nell’area metropolitana di Torino. Per aiutare sempre più mamme e bambini in difficoltà, garantendo loro protezione e un percorso di integrazione, SOS Villaggi dei Bambini ha presentato oggi a Torino la nuova sede del Programma “Come a Casa”.
Il progetto coinvolge attualmente 10 persone – quattro mamme, un papà e cinque bambini – e promuove la forma di affido familiare interculturale, ovvero, famiglie migranti già integrate nel nostro Paese offrono accoglienza alle mamme migranti con i loro bambini e ragazze minorenni sole, anche vittime di tratta e prevalentemente straniere, in situazioni di grave disagio.
“Il nostro progetto è rivolto a tutte le ragazze madri, Minorenni Stranieri Non Accompagnati e richiedenti asilo – ha dichiarato Precious Ugiagbe, Responsabile Programma “Come a Casa” – Questa nuova struttura ci permetterà di ampliare il nostro progetto ed estendere il nostro aiuto a un numero crescente di mamme con i loro bambini. Inoltre, il programma Come a Casa ha una peculiarità perché sono le stesse famiglie migranti già integrate nel tessuto sociale locale ad accogliere altre famiglie in difficoltà.”
Nato nel 2012, in collaborazione con i Servizi sociali e la Casa dell’Affidamento del Comune di Torino, il Programma “Come a Casa” ha l’obiettivo di accogliere in affidamento familiare le donne vittime di tratta con i loro bambini e accompagnarle verso l’autonomia. Per realizzarlo SOS Villaggi dei Bambini dal 2018, anche grazie al finanziamento di Fondazione CRT, inoltre promuove e attiva una rete che possa accogliere mamme e bambini in difficoltà, composta da famiglie affidatarie di origine migrante o italiane con spiccate competenze interculturali, accompagna ciascuna mamma in affido, ne favorisce l’integrazione e sensibilizza il territorio e le comunità migranti al tema dell’affido familiare.
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