Cultura
Equilibrio – Le due chiese, intervista con Anna Mantovani
Torino città di angeli e demoni. Questo è un assunto noto a tutti. Solo che Anna Mantovani, nel suo Equilibrio – Le due chiese aggiunge un particolare che rimescola completamente le carte mostrandoci una visione diversa dell’eterna lotta tra bene e male. Chi lo dice che gli angeli siano i buoni e i demoni i cattivi? Qui si tratta semplicemente di due schieramenti senza scruoli, due Chiese che mirano a controllare gli uomini e il mondo. Al punto che esiste un Ministero dell’Equilibrio il cui compito è evitare che una delle due forze prevalga sull’altra. Trovate qui la recensione completa del libro.
Anna Mantovani ha risposto alle mie domande.
Angeli e demoni, l’eterna lotta. Solo che tu inserisci una novità sorprendente: non abbiamo il bene e il male ma due fazioni in lotta tra loro. Come è nata questa idea?
Come lettrice adoro i libri in cui non c’è una divisione netta tra buoni e cattivi, perché trovo che rendano le vicende più inaspettate e i personaggi più realistici. Immagino che questo rispecchi anche la mia visione del mondo. Penso inoltre di essere stata influenzata da uno dei miei libri preferiti, “Buona Apocalisse a tutti!” di Neil Gaiman e Terry Pratchett, in cui un angelo e un demone si alleano per evitare la fine del mondo.
Le due Chiese nel tuo libro sono praticamente due multinazionali. Hanno capito che per controllare il mondo bisogna controllare l’economia e non fanno sconti. Potrebbe anche essere una metafora della società economica attuale?
Certo! Da sempre chi vuole detenere un’autorità spirituale deve avere una potente forza economica alle spalle, ma ultimamente assistiamo anche al processo opposto: le grandi multinazionali cercano di attrarre consumatori facendosi portavoce di valori morali, tentando di convincerci che loro hanno una filiera più etica degli altri, oppure che hanno a cuore i diritti civili delle minoranze. Alla fine però lo scopo è sempre il profitto e, di conseguenza, il potere. Le due Chiese del mio libro agiscono più o meno nello stesso modo.
Sullo sfondo Torino, quale palcoscenico migliore? Qual è il tuo rapporto con la città?
Torino è la città dove sono nata e dove ho passato l’infanzia, per poi tornare ai tempi dell’università. Sono sempre stata affascinata dalla sua storia e dalle sue leggende, che secondo me sono uno spunto perfetto per un’ambientazione fantasy, anche se di solito la letteratura di genere privilegia città straniere come Londra o New York. Visto che non trovavo da leggere nessun romanzo che sfruttasse questi elementi come avrei voluto, alla fine ho deciso di scriverlo io.
Immagina una trasposizione cinematografica del tuo romanzo. Quali attori ti piacerebbe interpretassero i tuoi personaggi?
Se mai dovessero fare un film basato sul mio libro mi piacerebbe che scegliessero degli attori piemontesi, perché per tutti i personaggi il legame con le loro origini è molto importante e non riuscirei a immaginare Giovanni e Laura con l’accento romano!
Per quanto riguarda il loro volto, ho sempre pensato a Giovanni come un tipo alla Jeremy Irons, mentre Laura potrebbe assomigliare a Hannah Murray, la Gilly del Trono di Spade.
Sbaglio o l’impostazione grafica della copertina fa intuire che siamo di fronte ad una possibile saga?
Esatto, si tratta di una trilogia. Ho già scritto anche i due libri successivi e spero di pubblicarli in futuro.
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