Cultura
Al Carignano Latella dirige L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi
Martedì 28 maggio 2019, alle ore 19.30, debutta in prima nazionale al Teatro Carignano la nuova produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi” di Sergio Tofano e Nino Rota, nell’adattamento di Linda Dalisi, per la regia di Antonio Latella. Lo spettacolo è interpretato da (in ordine alfabetico): Michele Andrei, Caterina Carpio, Leonardo Lidi, Francesco Manetti, Barbara Mattavelli, Marta Pizzigallo, Alessio Maria Romano, Isacco Venturini; in scena i musicisti Federica Furlani, Andrea Gianessi, Alessandro Levrero, Giuseppe Rizzo. Le scene sono di Giuseppe Stellato, i costumi di Graziella Pepe, il progetto sonoro di Franco Visioli, le luci di Simone De Angelis, la coreografia è a cura degli attori pappagalli; assistente alla regia Brunella Giolivo, secondo assistente alla regia Alessandro Businaro.
Antonio Latella allestisce per lo Stabile di Torino la commedia musicale di Sergio Tofano, nella quale recitò da ragazzo. Un’avventura in rima, sulle note di Nino Rota, in un universo linguistico quasi “dadaista”, con l’esprit gioioso dell’infanzia perduta. Per il regista, una nuova tappa nel “percorso di ricerca sul verso” che lo ha portato da Tasso a Sto.
Regista di punta della ricerca teatrale europea, Antonio Latella compie un viaggio nel tempo mettendo in scena quell’Isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi che interpretò da ragazzo, appena diciottenne, diretto da Franco Passatore. È un naufragio quello raccontato in rima da Sergio Tofano, sulle musiche di Nino Rota, con l’eroe dei fumetti dall’inseparabile bassotto e i buffi personaggi della nave Teresina perduti su un’isola tra «cannibali brutti e pappagalli belli»; ed è un naufragio nella memoria quello di Latella che torna alla gioia dei suoi anni giovanili, in quel luogo che non potrà mai più essere lo stesso.
Dal multiforme ingegno di Sto una surreale commedia musicale dagli effetti speciali linguistici quasi dadaisti, con parole che si inventano e si ripetono, suoni echeggiati e pensieri rotti e frantumati. Latella, che adora le filastrocche, alla semplicità delle rime di Sto è arrivato (dopo l’esperienza di Pinocchio) in un percorso di ricerca sul verso passato attraverso l’Aminta di Tasso: «È un punto finale a ritroso, come se fosse la prima stazione di un viaggio che lentamente va a toglier teatralità, per aggiungere meraviglia e, spero, incanto». Al termine delle sue peripezie, Bonaventura non riceve il famoso milione. E dunque non c’è premio di consolazione: alla fine si torna al luogo dove tutto è iniziato, dove il primo bacio era una rima baciata, e purtroppo da noi tutti dimenticata.
Antonio Latella si forma presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino e presso La Bottega Teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman. Lavora come attore diretto tra gli altri da Ronconi, Castri, Patroni Griffi, De Capitani. Nel 1998 firma la prima regia e nel 2001 vince il Premio Ubu per il Progetto Shakespeare e oltre, al quale seguono numerosi spettacoli, a partire dalla trilogia su Genet o su Pier Paolo Pasolini. Nel 2007 Studio su Medea vince il Premio Ubu come spettacolo dell’anno. Nel 2011 fonda stabilemobile Compagnia Antonio Latella con cui ha firmato: Die Nacht kurz vor den Wäldern, Elettra, Oreste, Ifigenia in Tauride, C’è del pianto in queste lacrime, Francamente me ne infischio (Premio Ubu alla regia 2013), Die Wohlgesinnten, Caro George, A.H. e MA. Dirige poi Un tram che si chiama desiderio (premio Ubu), Il servitore di due padroni da Goldoni, seguito da Natale in casa Cupiello di De Filippo. Nel 2016 presenta Santa Estasi, Premio Ubu come spettacolo dell’anno e Miglior giovane attore e per Theater Basel, Oedipus. Nel 2017 dirige per il Piccolo Teatro di Milano Pinocchio, per Theater Basel Caligula e l’opera di Gioachino Rossini, La Cenerentola. Nel 2018 dirige Aminta per stabilemobile e nel 2019 Die Drei Musketiere per Theater Basel e Eine göttliche Komödie. Dante Pasolini per il Residenz Theater di Monaco. La Biennale di Venezia lo ha nominato Direttore del settore Teatro per il periodo 2017/2020.
(Foto Anna Bertozzi)
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