Cronaca
Invalido derubato, picchiato, narcotizzato e ricattato a Vercelli
Una vicenda inquietante iniziata lo scorso gennaio che ha visto come malcapitato protagonista un uomo invalido all’85% e residente da tempo a Vercelli. L’indagine condotta dagli investigatori della Squadra Mobile ha permesso di porre fine ad una vicenda di inaudita violenza.
I primi accertamenti investigativi nascono dalla denuncia della vittima (classe 1962) che era stato oggetto di intimidazioni da parte di due uomini (entrambi classe 1998) i quali ricattando l’uomo sotto la minaccia di rivelare particolari intimi della sua vita lo avevano percosso, derubato ed accompagnato coattivamente a prelevare la somma di 1000 euro da uno sportello bancomat per farsela consegnare.
In questa occasione il malcapitato era riuscito a fuggire e rifugiarsi in Questura.
Immediatamente quindi erano state avviate le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che avevano permesso di risalire ai responsabili (trovati in possesso nelle loro abitazioni di alcuni oggetti sottratti al cittadino invalido) e di fare scattare per loro la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti della vittima.
Proprio tali fatti hanno scatenato negli indagati dei propositi di vendetta che sono poi scaturiti nell’elaborazione di un piano per punire l’uomo reo di averli denunciati alle forze di Polizia.
I malviventi, con la complicità di altri due connazionali, hanno quindi “reclutato” sotto gravissime minacce due conoscenti minorenni e le hanno costrette ad adescare l’invalido sotto la promessa dell’organizzazione di un festino a base di alcool e droga.
La vittima, come detto affetto da gravi patologie e fragile psicologicamente, ha quindi fatto entrare nella propria abitazione le due donne unitamente ad uno dei soggetti già precedentemente denunciati.
A quel punto il ragazzo ha sciolto nel cocktail del padrone di casa delle potenti gocce di sonnifero ed ha aspettato che questo facesse effetto.
Una volta messa fuori gioco la vittima, nell’abitazione è sopraggiunto un altro soggetto (classe 1989 e pluripregiudicato per rapine violente) che unitamente al complice ha picchiato brutalmente la vittima cercando di scoprire l’eventuale ubicazione di una cassaforte per poi prelevare elettrodomestici, monili in oro ed altri oggetti presenti in casa.
I criminali si sono poi impossessati dell’auto della vittima per trasportare la refurtiva in un luogo sicuro. Non paghi di quanto commesso, i rei hanno ben pensato di spogliare l’uomo e fotografarlo nudo oltre a video riprenderlo mentre in evidenti condizioni di alterazione tentava di compiere atti sessuali con una delle minorenni presenti in casa (che si è prestata a tale piano sotto costrizione fisica e psicologica.)
Gli uomini della Squadra Mobile hanno ritrovato l’uomo in casa semi svenuto (due giorni dopo i fatti) ed hanno dovuto sfondare la porta per poterlo soccorrere. Immediatamente trasportato in ospedale l’invalido è stato successivamente dimesso con 15 giorni di prognosi per le lesioni subite.
Le investigazioni coordinate dalla locale Procura della Repubblica hanno fatto sì che venissero ricostruiti i fatti, nonostante i gravissimi comportamenti intimidatori messi in atto dagli indagati nei confronti delle ragazze minorenni.
La vendetta non era però terminata.
Gli aguzzini infatti, dopo un breve periodo di pausa, ricominciavano a ricattare la vittima minacciandolo di pubblicare il video (già caricato sulla piattaforma You Tube) e le foto compromettenti di cui erano in possesso, se non avessero ricevuto cospicue somme di contanti.
Si è dunque deciso di concerto con il Pubblico Ministero titolare delle indagini di approntare un apposito servizio che permettesse di cogliere in flagranza gli estorsori.
Gli operatori della terza sezione della Squadra Mobile, con la collaborazione della Polizia Scientifica, sono riusciti ad arrestare due soggetti (uno è colui il quale aveva materialmente narcotizzato la vittima mentre l’altro era giunto appositamente da Rimini per mettere in atto l’estorsione) che avevano appena ricevuto la somma di 500 euro in cambio della consegna di una chiavetta usb (contenente i video e le foto compromettenti). Gli arrestati sorpresi con addosso due orologi precedentemente rubati alla vittima in occasione della rapina patita nel proprio domicilio avevano deciso di “truffare” l’uomo consegnandogli una chiavetta contenente immagini estranee per potere proseguire nel proposito estorsivo.
I gravi indizi raccolti successivamente e la ricostruzione dei ruoli precisi svolti dai singoli indagati (“il mandante/ideatore”, l’”adescatore”, il “picchiatore” e il “ricattatore”) hanno fatto sì che su richiesta della Procura della Repubblica, il Giudice per le Indagini Preliminari emettesse due ordinanze di custodie cautelare in carcere per i complici del piano e due aggravamenti della misura del divieto di avvicinamento nei confronti del malcapitato protagonista di questa torbida vicenda. I provvedimenti sono stati prontamente eseguiti ed i quattro indagati, in seguito alle udienze di convalida ed agli interrogatori, sono ristretti in Carcere. Uno dei quattro (il “mandante”) è stato rintracciato a Bolzano, probabilmente mentre tentava di fuggire dal territorio nazionale.
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