Alessandria
Alessandria, ancora un telefono cellulare sequestrato nel carcere Don Soria
A poco più di 10 giorni da un analogo rinvenimento, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere Don Soria di Alessandria ha sequestrato un altro telefono cellulare di piccole dimensioni nella struttura detentiva. E Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, denuncia: “Le nostre sollecitazioni di avere maggiori tutele in carcere per garantire ordine e sicurezza sono rimaste inascoltate. Questa mattina, nel corso di una perquisizione, è stato trovato infatti un altro telefono cellulare, sempre di piccolissime dimensioni, nel Reparto B del carcere. Resta sempre alta la professionalità del nostro personale di polizia penitenziaria che nonostante lavori senza strumenti adeguati riesce sempre e comunque a compiere il proprio dovere in modo esemplare. Ma il SAPPE rinnova alle Autorità nazionali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria l’appello di essere dotato di idonee strumentazioni per schermare le carceri di Alessandria all’uso di smartphone e telefoni cellulari”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, mette ancora una volta sotto accusa il sistema della “vigilanza dinamica”: “Queste sono le ennesime conseguenze di una sorveglianza ridotta in conseguenza della cervellotica vigilanza dinamica. Ricordo a me stesso che da anni il SAPPE sollecita il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ad adottare interventi concreti per impedire l’uso di cellulari indebitamente introdotti in carcere come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani,. Si fa poco e nulla, invece!”.
“A nostro avviso- conclude il leader dei Baschi Azzurri – appaiono pertanto indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati compresa la possibilità di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari. Ora sembra che finalmente il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dopo le nostre costanti e continue sollecitazioni, ha inteso acquistare la strumentazione richiesta”.
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