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Cultura

Fuoriluogo vince il Concorso OFF del Sottodiciotto Film festival 2019

Gabriele Farina

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Il Concorso nazionale OFF della 20ma edizione di Sottodiciotto Film Festival & Campus, riservato ai cortometraggi realizzati in ambito extrascolastico dagli under 18, si è concluso ieri con la proclamazione del vincitore. La giuria composta dal regista Enrico Bisi, dalla documentarista Rosa Canosa e da Marco Maccarini, presentatore e autore televisivo, speaker di Radio Italia, visionati i 16 film finalisti, ha attribuito il premio – consistente nella Targa Città di Torino/Sottodiciotto Film Festival & Campus e in attrezzature tecniche – al cortometraggio:

FuoriLuogo, realizzato dai ragazzi dell’I.P.M. Ferrante Aporti di Torino partecipanti al Laboratorio di informatica multimediale (gruppo minorenni), gestito da INFORCOOP – Lega Piemonte, finanziato dalla Città metropolitana di Torino

con la seguente motivazione:
“Per la sintonia tra immagini, musica e parole che il cortometraggio riesce a far arrivare al pubblico attraverso uno stile ben calibrato”.

La giuria ha assegnato una menzione speciale al film:

Fetus, realizzato da Jan Devetak (Gorizia)

con la seguente motivazione:
“Per la raffinatezza col quale viene trattato un tema particolarmente complesso e sfaccettato, più che mai attuale”.

SINOSSI

Fuoriluogo (2018, 4’)

Realizzato dai ragazzi dell’Istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino per accompagnare la canzone rap “Crazy”, scritta da un compagno, il videoclip racconta l’adolescenza dei ragazzi in regime di restrizione attraverso i loro posti. Ovvero quei luoghi, quei dettagli – i muri, le strade, le panchine – che hanno caratterizzato la loro quotidianità. Spettatori della loro crescita in questo momento sono posti lontani, ricordi a cui appendersi nell’attesa di uscire da un circuito complesso. Non si vuole rappresentare l’oppressione del “dentro” in questo lavoro; piuttosto si vuole cogliere la forma della libertà vissuta lì fuori. I suoni della reclusione ed il testo musicale accompagnano il pensiero sulla libertà di viversi quei luoghi, sul fatto che vedere quella libertà non basta, perché forse bisogna anche sentirla dentro.
Gli operatori del laboratorio di Informatica Multimediale, l’attività mattutina in cui è stato prodotto il video, sono andati a caccia di quel tesoro, alla ricerca dei luoghi vissuti e consumati per riportare ai ragazzi quelle immagini, per far scaturire una emozione, l’unica vera fonte di apprendimento, e per gettare le basi di un lavoro congiunto in cui tutti si sono messi in gioco. FuoriLuogo è la sensazione di sentirsi fuori posto, di rimanere all’angolo aspettando di tornare nel proprio posto che garantisce un ruolo; nel bel mezzo del tumulto degli eventi gli attori cambiano, ma i luoghi rimangono gli stessi.

Fetus (2018, 3’)

“So di non essere il solo, a sentirsi isolato di fronte all’immensità del mare. Passeggio sulla spiaggia e osservo le onde accarezzare la sabbia. Improvvisamente vi intravedo il corpo di una ragazza. La sua carnagione scura e i vestiti inconsueti mi fanno pensare che non sia di qui. Ha un aspetto malandato, tipico di chi è reduce da un lungo e spiacevole viaggio. Non sapendo se chiamare aiuto o meno, mi avvicino a lei per osservarla. È distesa immobile. Appena i suoi occhi marroni e spaventati vedono il mio volto, si posano su di esso. La sua espressione è un misto di terrore e malinconia”.
“Il ragazzo che mi accolse sulla riva del mare era diverso da quelli che ero solita vedere. I suoi capelli biondi e gli occhi verdi coprivano quel timido sole che fino a pochi attimi prima mi scaldava con i suoi raggi. Non riuscivo a muovere il corpo e mi misi a piangere. Quel ragazzo che ora sta cercando di soccorrermi sarebbe potuto essere mio fratello, se quest’ultimo non fosse morto in guerra l’estate scorsa. La mia famiglia non c’è più, casa è lontana. Ho amato e odiato il mio Paese, che tanto ha saputo darmi quanto sottrarmi. Sono fuggita in una terra dove sarò per sempre una straniera, odiata da tutti per il semplice fatto di essere diversa. Avessi potuto, non avrei agito così. Sognavo una vita normale, ma è stato deciso che non potessi viverla”.

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