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Cultura

A Mondovì una mostra su Kandiskij e la ceramica nella Repubblica di Weimar

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dal 19 dicembre 2018, fino al 3 febbraio 2019, una sezione dedicata alla ceramica della Repubblica di Weimar andrà ad arricchire la mostra Kandinskij, l’armonia preservata. Dietro le quinte del restauro che, dal 16 novembre, ha portato al Museo della Ceramica di Mondovì il dipinto Spitz-Rund, realizzato nel 1925 dal celebre pittore russo, in prestito dalla Collezione della GAMeC di Bergamo e restaurato dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Il collegamento tra Kandinskij e la ceramica prodotta in Germania durante il periodo della Repubblica di Weimar (1919-1933) è, infatti, molto stretto perché il maestro dell’Astrattismo insegnò decorazione murale, con particolare attenzione alla visualizzazione, al colore e al disegno analitico, dal 1922 al 1933 al Bauhaus, scuola all’avanguardia di architettura, arti figurative e arti applicate fondata a Weimar da Walter Gropius nel 1919 e successivamente spostata a Dessau (1925-1932) e a Berlino (1932-1933). Durante gli anni Venti, grazie alla spinta democratica della nuova repubblica e alla presenza del Bauhaus, prima a Weimar e poi a Dessau, nelle numerose manifatture ceramiche disseminate sul territorio tedesco, e segnatamente in quelle più vicine alle sedi del Bauhaus, come la C. & E. Carstens di Gräfenronda e la C.A. Lehmann & Sohn di Kahla (Weimar), o la Bad Schmiedeberg Steingutfabrik di Bad Schmiedeberg (Dessau), si diffuse la produzione di un tipo di vasellame d’uso comune dalle forme essenziali e robuste abbinate a decorazioni geometriche dai colori vivaci ottenute con l’ausilio della pistola a spruzzo e adatte, quindi, alla produzione seriale. È documentato che, durante il suo periodo di attività al Bauhaus, Kandinskij, insieme a Klee e a Moholy-Nagy, si diede alla sperimentazione della tecnica a spruzzo per la decorazione a colori di forme geometriche elementari come rette, cerchi e triangoli.

Gli effetti di trasparenza e di varietà tonale ottenuti con le sagome opportunamente spostate, i contorni marcati ad angolo retto, gli aloni dei cerchi e dei segmenti, i zig-zag e i reticoli delle sue opere presto migrarono, grazie alla larga diffusione del suo insegnamento, su bricchi, piatti, ciotole e vasi proletari, in uno stile comune anche alla fase finale, quella più modernista, dell’Art Déco.

L’esposizione, accanto a Spitz-Rund di Kandiskij, di 22 oggetti in ceramica, prodotti dalle manifatture tedesche più significative del periodo, mira perciò a dimostrare l’influenza dell’insegnamento del maestro sulle arti applicate, in quella totalità dell’arte che proprio il Bauhaus perseguiva. I bricchi, piatti per torte, ciotole, vasi e contenitori per pane, dalle varie e accattivanti decorazioni a spruzzo, selezionati a questo scopo, sono soprattutto in terraglia e, quindi, in perfetta sintonia con il Museo della Ceramica di Mondovì.

Le ceramiche in oggetto sono state generosamente prestate dal gallerista milanese Massimo De Carlo, che ne possiede un’imponente e importante collezione, raccolta con passione in anni di attenta e competente ricerca.

La mostra, sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, è a cura di Carla Cerutti, studiosa di arti decorative del XX secolo, in collaborazione con Christiana Fissore, Direttore, e con Andreina d’Agliano, Presidente, del Museo della Ceramica di Mondovì.

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