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Il Politecnico di Torino inaugura l’Anno Accademico 2018/2019 presentando il nuovo Piano Strategico
“Il nostro Ateneo non potrà limitarsi a promuovere e sostenere i processi innovativi che avvengono nella società, ma dovrà diventare esso stesso sempre più capace di innovazione e cambiamento al proprio interno. Partendo dai propri valori fondanti come Università pubblica – quali: rigore, integrità e apertura alla collaborazione – impronterà la sua azione al conseguimento di un impatto positivo sulla società e sull’economia, con spirito di iniziativa e lungimiranza, promuovendo una vera e propria mobilitazione di una massa critica di intenti e azioni, insieme agli attori politici, sociali ed economici del territorio, senza trascurare la dimensione nazionale e internazionale”. Così il Rettore Guido Saracco ha presentato l’indirizzo strategico che il Politecnico di Torino perseguirà nei prossimi sei anni, seguendo le linee guida delineate nel Piano Strategico PoliTo4Impact, che è stato il tema portante dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2018/2019 dell’Ateneo di questa mattina.
Le linee programmatiche sono state presentate dal Rettore alla comunità accademica, al mondo politico e alla società civile, concludendo un percorso fortemente partecipativo che ha portato alla definizione del Piano Strategico. Il Rettore si è quindi rivolto al Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, a Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino, Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte e Giuseppe Valditara, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e idealmente a tutto il territorio e alla comunità che opera a stretto contatto con il Politecnico:
“Il territorio piemontese, e l’area torinese in particolare, si trova oggi marginalizzato e in ritardo rispetto ad altri territori più dinamici. Benché Torino si stia caratterizzando sempre più come “città universitaria” capace di attrarre studenti anche da altri territori, italiani e stranieri, la città offre scarse opportunità di impiego e di vita professionale che stimolino a rimanere e radicarsi a questo territorio. Il tessuto industriale del territorio deve essere rigenerato, a partire dalle competenze e dagli importanti fattori competitivi, tuttora presenti e vitali, compensando così il parziale disimpegno dal territorio di diverse grandi aziende, l’ancora scarsa presenza di imprese medio-grandi e la frammentazione che caratterizza un vasto tessuto di piccole e medie imprese. D’altro canto è ben percepibile proprio in questo territorio una volontà di “rinascita” che oramai da molto tempo non si provava più”.
“È tempo di dare un forte impulso positivo all’Università, soprattutto dal punto di vista finanziario”, è l’auspicio del Rettore, che chiede alla politica risorse per permettere ai tanti studenti che si formano al Politecnico di poter rimanere dopo la laurea a lavorare in Italia, dando un contributo allo sviluppo del Paese, perseguendo quell’impatto che, grazie alle sue attività di didattica, ricerca e trasferimento e condivisione della conoscenza, l’Ateneo si propone di ottenere, come indicato dal nuovo Piano Strategico.
Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è tornato su queste tematiche nella sua Lectio inaugurale, dal titolo “Università e Ricerca. Leve di sviluppo e crescita delle imprese e della società”, nella quale ha delineato le caratteristiche delle imprese del futuro – ad alto valore aggiunto, alta intensità d’investimenti, alta produttività – e specificato che dovranno imparare ad essere eccellenti in ogni funzione per essere all’altezza di una competizione sempre più serrata. L’Italia è infatti la seconda manifattura d’Europa e deve all’industria l’80 per cento delle sue esportazioni. “Il che vuol dire che, nonostante le tante criticità che devono scontare, le imprese italiane sono le migliori al mondo e molto di più potrebbero fare se messe nella giusta condizione. Se c’è una rivoluzione in atto nel nostro Paese, questa sta avvenendo nelle fabbriche dove imprenditori lungimiranti hanno investito in tecnologie digitali rispondendo alle opportunità di Industria 4.0. Una misura che andrebbe potenziata e allargata alla formazione, soprattutto dei giovani, per allineare il capitale umano al capitale fisico installato e rendere davvero produttive le tecnologie acquisite”, ha affermato Boccia.
Anche la Sindaca Chiara Appendino, il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e Giuseppe Valditara, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno ribadito nei loro interventi l’importanza della formazione universitaria per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese, concetto ricordato anche dal rappresentante degli studenti Simone Clot.
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