Cronaca
Torino, sosteneva l’esame al posto dei propri connazionali, arrestato
Era solito recarsi presso i vari uffici provinciali della motorizzazione civile per sostituirsi, dietro lauto compenso, ai propri connazionali non in grado di sostenere gli esami per il conseguimento della patente, potendo contare sulla spiccata capacità di parlare e comprendere la lingua italiana e sulla valida preparazione in materia.
L’uomo, M.A., cittadino pakistano di 24 anni già noto alle cronache in quanto indagato in stato di libertà all’inizio di questo mese dagli agenti della Polizia Stradale di Lecco per fatti analoghi, è stato arrestato.
Durante le indagini è stata sequestrata falsa documentazione utilizzata per la sostituzione di persona, un apparecchio elettronico autoalimentato con microfono ed uno smartphone.
Le indagini
M.A. fa parte di un sodalizio criminale di cittadini pachistani/indiani, da diverso tempo presente in Italia, con buona conoscenza della lingua italiana e ottima preparazione per il superamento delle prove teoriche previste per il conseguimento della patente di guida. Tra gli appartenenti a tale organizzazione, alcuni si sostituiscono abitualmente, dietro lauto compenso, a connazionali non in grado di sostenere detti esami. Altri si occupano, direttamente o indirettamente, di procurare documenti falsi, quali permessi di soggiorno e carte d’identità.
Altre truffe
Non è un caso isolato quello di Torino: lo scorso 26 novembre il personale della stessa Squadra di P.G. era stato interessato da segnalazione analoga e, una volta intervenuto sul posto, ha accertato la presenza di un candidato di nazionalità cinese che, mediante utilizzo di strumenti elettronici, aveva sostenuto l’esame teorico per il conseguimento della patente di categoria “b”, superando senza commettere alcun errore gli insidiosi quiz di teoria, nonostante una precaria conoscenza della lingua italiana.
Nella circostanza, lo stesso aveva fatto richiesta di cuffie e di supporto audio in modo tale che quanto ascoltato dal candidato, tramite lo strumento elettronico dietro l’orecchio, fosse sentito anche dal complice che si trovava all’esterno.
In altre circostanze invece, è stato accertato che le domande di esame venivano trasmesse all’esterno non con microfoni, bensì attraverso microcamere occultate negli
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