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Cultura

Un sorso di Gattinara e altri racconti di Mario Soldati, intervista con Giovanni Tesio

Gabriele Farina

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Meritevole operazione editoriale di Interlinea che ha pubblicato Un sorso di Gattinara e altri racconti, splendida raccolta di piccole gemme di Mario Soldati. Undici racconti del grande narratore piemontese che vanno da “Un sorso di Gattinara”, che dà il titolo alla raccolta, a tre racconti del Maresciallo ad una selezione di storie con al centro le persone e il territorio piemontese.

Lungi da me recensire Soldati (ci mancherebbe!) vi dico invece che l’edizione è ben curata, divisa in sezioni che racchiudono temi, ben introdotta da Giovanni Tesio, con le note di chiusura di Roberto Cicala su Soldati, i suoi legami col territorio, le opere, le edizioni. Insomma una bella infarinatura per chi conosce poco l’autore e un piccolo approfondimento per chi già lo ama. Un modo per farsi coinvolgere dal calore sempre vivo della penna di Soldati.

Vi propongo qui di seguito le rispose che il curatore Giovanni Tesio ha gentilmente voluto dare alle mie domande.

Come è nata l’idea di pubblicare una raccolta di racconti di Mario Soldati?

L’idea è venuta all’editore, ossia a Roberto Cicala, che mi ha invitato a mettere insieme una raccolta per la quale aveva concordato i diritti. Non mia, dunque, l’idea, ma di certo intonata ai miei gusti e ai miei studi.

Qual è la forza di Soldati per un lettore del 2018?

Soldati non è lo scrittore di una stagione sola e lei fa bene a farmi questa domanda. Soldati è uno scrittore modernissimo, che tiene il tempo, perché ha da sempre scandagliato il fondo dell’esistenza attraverso le vite dei suoi personaggi. Partendo da sé – dalle sue esperienze di vita – ha preconizzato quella letteratura che è poi stata chiamata di auto-fiction. Ha anticipato, precorso i tempi e dunque rimane attuale. Del resto è cosa che ha fatto in tanti ambiti: la paesologia, l’attenzione e la commozione dei toponimi, dei paesi, dei paesaggi, l’attenzione al vino e al cibo, la formidabile capacità di raccontare storie incardinandole nel loro milieu in un gioco continuo di volti e di risvolti.

Qual è il rapporto di Mario Soldati con il Piemonte?

Fortissimo. Caratterizzato nel tempo tanto da un coinvolgimento emotivo quanto dalla necessaria distanza di uno sguardo curioso, ma allenato al disincanto. Nomi, personaggi, situazioni, ancora storie, che da Torino tutt’intorno, e oltre, tracciano una geografia affettiva di complessa e ad un tempo apparentemente fluida narratività.

A quale pubblico è rivolta questa raccolta?

Non esiste un pubblico specifico, esiste se mai il tentativo di riproporre a un pubblico non definito né definibile alcune perle del suo narrare.

Qual è il racconto che preferisce tra quelli che avete inserito?

Nessun dubbio. Il racconto che dà il titolo alla raccolta, “Un sorso di Gattinara”, perché in quel sorso e in quel toponimo c’è tutto un mondo, in quell’atmosfera sicuramente locale un intero universo.

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