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L’unica, intervista con Linda Pines

Gabriele Farina

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Esce oggi nelle librerie L’unica, piccolo gioiello di Linda Pines, edito dalla neonata e coraggiosa Buendia Books. E coraggioso, parecchio, è questo racconto, perchè è il racconto della storia vera dell’autrice, un viaggio (e “Storia vera di un viaggio” è in effetti il sottotitolo) nella scoperta della propria omosessualità e alla ricerca di una felicità possibile.

Trovate qui la recensione integrale del libro.

Linda Pines ha risposto alle nostre domande.

L’unica è un racconto pieno di coraggio, perchè è il racconto di una vita difficile, la tua vita. Perchè hai sentito il bisogno di raccontare il tuo amore e le mille difficoltà che hai incontrato sulla strada?

Ho sentito la necessità di raccontarmi, perché dovevo in qualche modo ricominciare una nuova vita, ed io, in questi casi, sono solita a scrivere i miei sentimenti, le mie avventure/disavventure e le mie speranze, lasciandole poi al mondo, così da riuscire a voltare pagina e appunto a ricominciare una nuova esistenza.

Si comincia subito in maniera tostissima con l’aggressione subita da te e tua moglie ad opera dei vostri vicini di casa. Un episodio che vi ha segnato in maniera pesante?

Certamente. Quell’episodio se da una parte ci ha unite ancor di più, dall’altra ci ha rese consapevoli ancor di più dei pregiudizi esistenti in questo momento e in questa vita, inoltre ci ha fatto scoprire quanto sia difficile potersi difendere, a volte impossibile.

Questo è pero anche e soprattutto il racconto di un amore talmente forte, talmente grande, che ha saputo superare mille ostacoli e la dura prova del tempo. E’ l’amore che vi ha tenute vive fino al momento del nuovo e definitivo incontro?

Sì, è stato proprio il nobile sentimento a farci percorrere strade parallele per quasi dieci lunghi anni: lontane chilometricamente parlando, ma vicinissime nell’anima.

Un viaggio, temporale, mentale, ma anche fisico. Un viaggio che dopo tanti spostamenti ha trovato la serenità (quasi, forse) nella provincia astigiana. Com’è la vostra vita oggi?

E’ una vita fatta di mille attenzioni che l’una riversa nell’altra, di momenti in cui si discute, ma poi fortunatamente facciamo sempre la pace. Viviamo con la progettualità, con gli occhi rivolti al futuro: a un domani migliore, costituito, magari, anche da un figlio tutto nostro… ci stiamo pensando. Qui a San Damiano d’Asti, abbiamo incontrato la pace, la tranquillità, la serenità che prima, a Baldichieri non avevamo: c’erano degli elementi umani per nulla carini e gentili nei nostri confronti. Due lesbiche fanno sempre parlare.

Qual è la situazione in Italia, a tuo modo di vedere, per quanto riguarda l’accettazione e la consapevolezza dell’esistenza delle coppie lesbiche?

Circa la consapevolezza, mi sto accorgendo che addirittura gente anziana lo sia. E’ un qualcosa che sta crescendo anche se pur lentamente, secondo me anche grazie ai Pride, alle varie manifestazioni, alla stampa, all’editoria, al cinema ecc. Per quanto concerne l’accettazione, siamo ancora lontani: due donne che si amano sono malate, schifose, vergognose, vanno contro la morale e sono anormali, ma cos’è la normalità se non uno stato d’essere misurato in base alla percentuale delle pecore che compiono le stesse e medesime cose dettate dalle istituzioni?

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