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Elena Piastra si dimette da assessore di Settimo, probabile candidatura contro il sindaco Puppo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Elena Piastra, assessore alla cultura di Settimo Torinese, si è dimessa dalla sua carica. A questo punto, visti i dissidi interni con il sindaco Fabrizio Puppo (che le aveva tolto la carica di vicesindaco) è probabile che Piastra si candidi alle primarie del Pd contro l’attuale sindaco.

Questa la lunga lettera con cui Elena Piastra ha spiegato le sue dimissioni

Per me questo è uno dei gesti più difficili di questi 9 anni dedicati alla nostra città.

Lo ammetto: sarei rimasta al mio posto, a lavorare, fino all’ultimo giorno di questo mandato. Perché credo che ci siano compiti più importanti delle beghe personali e il mio ruolo è quello di lavorare per la città, assegnatomi dai cittadini e dal sindaco.
Ma credo che non sia più possibile restare e ho per questo deciso di dimettermi.
Le scelte e le azioni che ho visto compiere nelle ultime settimane danno un pessimo esempio di che cosa sia la politica. Gesti di una politica senza qualità, incapace di discutere, e rompere quando necessario, sui contenuti, ma dedita a gesti di piccolo valore, piccole umiliazioni. Ripicche inutili a livello politico, che danno ai cittadini l’immagine di banali litigi del tutto incomprensibili, privi di merito, se non il contrasto personale.
Gli attacchi che sono stati messi in atto da chi “tira i fili” della politica settimese e le decisioni “punitive” (come il ritiro della carica di vicesindaco, senza però voler revocare anche le deleghe di assessore, “perché tu sei una che lavora”, come mi è stato detto dal sindaco stesso) ricevuti negli ultimi mesi hanno dato purtroppo l’idea di un contrasto tutto interno che, almeno da parte mia, non esiste e non mi interessa.
Quel che trovo più svilente è che gli attacchi siano arrivati perché mi sono messa a disposizione per confrontarmi su un progetto alternativo per la prossima candidatura a sindaco, senza nulla togliere al mio lavoro per la città e i cittadini.
Trovo ancora più strano che in un momento di forte bisogno di riflessione interno al centrosinistra e sul quale da più parti ci si sta interrogando sui giusti percorsi da compiere, la disponibilità di chi si fa avanti trovi una reazione violenta e chiusa, incapace di cercare il confronto.
Da tempo, e in totale trasparenza, sostengo infatti che sia necessaria una verifica interna per dirci, in franchezza, se Fabrizio Puppo sia il miglior candidato sindaco possibile del centrosinistra per Settimo Torinese.
Lascio il ruolo da assessore, in accordo con il partito che rappresento e con il gruppo consigliare, in modo da togliere anche l’ultima possibile strumentalizzazione politica.
Ciò che nessuno di noi può permettersi è che rischi di sembrare una mera competizione personale. Perché, almeno per me, non è e non sarà mai una battaglia tra figurine.
Per me si tratta di un confronto aperto sul futuro della nostra città, con l’obiettivo di offrire un nuovo progetto per Settimo e attorno a quello ricostruire un’alleanza più forte e più coesa.
Vincerà il progetto, l’idea che vogliamo portare davanti ai cittadini. Non vincerà mai il “singolo” candidato. E sull’idea sono certa che lavoreremo tutti, come è sempre stato.
È sul progetto di città che aspetto di potermi confrontare, prima internamente e nella coalizione e poi, finalmente, fuori, contro le forze che oggi governano il nostro Paese e che rappresentano l’unico vero luogo di contrasto.

Il mio desiderio è che si torni a parlare di futuro, di come immaginiamo Settimo e come la vorremmo nei prossimi 20 anni, per noi e per i nostri bambini. Di quali sono le cose da fare, da migliorare, da cambiare.
Sì: cambiare, perché bisogna avere il coraggio di usarla questa parola.
Alcuni mesi fa, 7 settimesi su 10 hanno votato contro i partiti che compongono l’attuale giunta. Rispetto alle elezioni amministrative di 4 anni fa è cambiato profondamente lo scenario politico e anche le richieste dei cittadini.
Penso che andare alle elezioni con le identiche ricette delle ultime amministrative solo per garantire accordini fatti 30 anni fa, magari dicendo “non abbiamo fatto gradi danni” (come sentiamo ripetere spesso dall’attuale sindaco), non sia né credibile né serio e, soprattutto, sarebbe perdere due volte, perché dimostreremmo di essere ormai incapaci di ripensarci e quindi di meritare di governare.
Sarebbe ancora più grave che perdere le elezioni, perché significherebbe rinunciare al ruolo positivo che può e deve avere la Politica, e perdere quell’entusiasmo, quella voglia di incidere sul territorio e sulla quotidianità dei cittadini che dovrebbe essere viceversa il motore della nostra azione.
La discussione non può essere solo in merito alle “figurine” e ai ruoli di governo e non può essere nemmeno solo relativa alla vittoria o alla sconfitta. Al centro deve tornare a esserci la nostra idea di futuro.
Perché, almeno per come la vivo io, la politica non è la conquista di potere o di una poltrona fine a se stessa. La Politica è la possibilità di realizzare un progetto, di trasformare un territorio, di avere una visione e provare a realizzarla per il bene della città e dei suoi cittadini.
Vincere senza avere nulla da proporre o da fare equivale a una sconfitta.

Alle ultime politiche, la scelta dello slogan della campagna di Puppo fu “Semplicemente”, perché voleva dare l’idea di un’amministrazione che si sarebbe occupata delle piccole cose: delle buche nelle strade, delle cacche dei cani, dell’erba alta. Quello slogan non mi piaceva nemmeno allora e meno che mai mi piace ora, dopo 4 anni importanti da amministratore pubblico. Per le buche nelle strade basta avere le risorse e dei buoni tecnici. Nulla più. Dalla politica credo sia giusto e doveroso invece aspettarsi molto altro. Certo, anche riparare le buche nelle strade, ma soprattutto si deve pretendere una proposta di futuro: immaginare quali sono le nuove strade da intraprendere e quali sono quelle che servono ai cittadini. Io desidero parlare delle nuove richieste che arrivano dalla società, di come rilanciare la nostra città, delle sfide che ci aspettano.

Penso che dovremmo mettere al primo posto della nostra agenda il “lavoro”, consapevoli che certo su questi temi molto dipende dalla politica nazionale, ma anche un comune come Settimo può fare la sua parte. Dobbiamo lavorare per provare a portare nuove imprese sul territorio, per creare nuova occupazione, e magari non solo centri commerciali. Abbiamo un territorio che offre opportunità straordinarie: cablaggio in fibra ottica, teleriscaldamento, infrastrutture, contesto culturale, efficienza e competenza tecnica degli uffici comunali, aree ex industriali dismesse e riutilizzabili.

E molti altri sono i temi su cui, allo stesso modo, si possono creare nuove opportunità, se si hanno la voglia e l’entusiasmo di immaginare un futuro migliore per la nostra città e di lavorare per realizzarlo.
C’è una citazione che mi è sempre piaciuta molto e dice: “Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo”. Secondo me possiamo farlo.

Ringrazio i molti volontari del partito che non mi hanno mai lasciata sola nelle scelte e con i quali ho condiviso ogni decisione in questi anni.
Ringrazio tutti i tecnici e i dipendenti dai quali ho imparato moltissimo e dai quali ho scoperto quanta attenzione ci sia in questi luoghi per la cosa pubblica.
Non lascerò le cose a metà, ma anche da fuori continuerò a fare il mio dovere di cittadino, perché ciò che abbiamo impostato prosegua senza intoppi.

Ringrazio tutti i cittadini. Penso di aver fatto del mio meglio, mettendoci tutto l’impegno e l’energia che avevo. Quando mi guardo indietro, so di aver contribuito a realizzare attività che non esistevano, grazie al lavoro dei tecnici che ci hanno creduto, spesso in solitudine e in ogni caso senza alcun sostegno o intervento da parte dell’attuale sindaco.
Tra le cose che mi rendono più orgogliosa, i cittadini troveranno un bilancio del Comune migliore di quello che ho trovato io, un Centro Giovani dopo vent’anni di attesa, una città vice-capitale della cultura che in questi anni non ha mai smesso di proporre nuove attività e servizi, tra cui il Festival dell’Innovazione e della Scienza, che è diventato in pochi anni un riferimento nazionale.
È stato per me un orgoglio e un grande onore poter servire questa nostra meravigliosa città.

 

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