Cuneo
Frutta: partita la raccolta delle pesche in Piemonte
E’ partita in questi giorni in Piemonte la raccolta delle pesche e le premesse sono positive. Nel Cuneese, in particolare nell’area di Saluzzo, la stagione si è aperta con un ritardo di oltre una settimana rispetto all’anno scorso: le piogge hanno posticipato la maturazione delle nettarine, che oggi approdano sul mercato con una qualità buona e quantitativi inferiori rispetto alla norma. Anche in questo caso è stato il maltempo, in particolare le gelate di primavera e le precipitazioni in fase di fioritura, ad incidere sulla produzione. Il mercato è tonico e i prezzi sono in miglioramento rispetto alla precedente stagione, con quotazioni che, per il prodotto in confezione, si collocano tra gli 80 centesimi e 1 Euro al chilogrammo.
Le pesche meno precoci sono di buona qualità, poiché stanno beneficiando del bel tempo di questi giorni: le premesse per un raccolto delle varietà tardive nella seconda metà di agosto sono quindi molto positive, specie se terranno le condizioni meteorologiche. La violenza delle trombe d’aria che si sono abbattute la scorsa settimana, in particolare nella zona di Savigliano, ha infatti azzerato le produzioni di chi era sprovvisto di reti antigrandine e in alcuni casi danneggiato gli impianti.
Sul mercato, l’Italia beneficia anche del ritardo della Spagna, dove il maltempo ha colpito i frutteti e tardato, se non compromesso, le operazioni di raccolta. Questo significa che al momento manca la concorrenza dell’estero, a favore delle produzioni nostrane.
Per quanto riguarda l’albicocco, la stagione volge al termine con un bilancio magro in termini quantitativi, sempre a causa delle gelate primaverili, e prezzi piuttosto bassi che non sono giudicati soddisfacenti dai frutticoltori, in quanto non remunerativi della cura e dell’impegno necessari a coltivare un frutto particolarmente delicato quale l’albicocco.
Discorso analogo per il mirtillo, che ha sofferto dell’andamento climatico. L’Italia, in questo caso, ha anche subito l’intasamento del mercato da parte delle produzioni straniere, che spuntano prezzi molto più bassi rispetto ai nostri: si parla di 3-3,5 €/Kg, con un’incidenza del costo della manodopera di oltre il 50%. Questo significa perderci.
“In generale – commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – laddove la campagna è corta, a causa del meteo, si fatica a ottenere prezzi remunerativi. Nel settore frutta in Piemonte c’è anche da registrare un lento cambiamento delle produzioni, con una forte diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione dell’actinidia (kiwi): la batteriosi degli ultimi anni ha infatti colpito troppi frutteti e ancora oggi non ci sono soluzioni definitive in grado di risollevare le sorti del comparto, che sta lasciando spazio ad altre produzioni”.
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