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Ambiente

A Torino esiste un sistema di risciò turistici, ma manca un regolamento che permetta di usarli

Gabriele Farina

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A Torino esiste un sistema di risciò turistici, ma non può essere utilizzato perchè manca un regolamento che ne autorizzi l’uso. A lamentare la mancanza è Bici-t, la società proprietaria dei risciò torinesi, che da un anno e mezza attende che il comune definisca le regole.

Il caso è stato nuovamente sollevato dopo la lettera di un lettore al Corriere.

Ieri il Corriere Torino ha pubblicato la richiesta del sig. Paolo Novaresio che chiede perché a Torino nessuno offra un servizio di trasporto in risciò.
In realtà, noi di Bici-t lo offriremmo…
Ecco la risposta che abbiamo inviato alla redazione del giornale.

Buongiorno,
rispondo alla richiesta di Paolo Novaresio sul Corriere di lunedì 23 luglio.
Mi chiamo Elisa Gallo e insieme ad altri tre soci, Vittorio Bianco, Giuseppe Piras e Diego Enrico Panzetta, abbiamo fondato circa un anno e mezzo fa la società Bici-t (www.bici-t.it), abbiamo acquistato 6 tricicli a pedalata assistita – probabilmente del modello che il sig. Novaresio ha visto a Nizza, e che si trovano anche a Parigi, a Barcellona, a Berlino e in molte altre città europee e del mondo -, e abbiamo poi creato delle audioguide in italiano, inglese e francese per raccontare i principali punti di interesse della nostra città.

Il nostro obiettivo era e continua ad essere proprio quello di promuovere un servizio di trasporto di persone innovativo per la nostra città, sostenibile (siamo tra le città più inquinate d’Europa), comodo e sì, anche divertente, che permetta ai turisti, ai cittadini, a chi ha poco tempo per visitare la città o a chi ha difficoltà di deambulazione, di muoversi nelle vie del centro, nella ztl, nelle piazze e nei parchi comodamente seduti senza perdersi il contatto con l’ambiente circostante.

Ad oggi però i nostri mezzi sono a disposizione solo per il noleggio senza conducente o per la pubblicità, quindi chi affitta i nostri risciò deve poi pedalarli. Perché? Perché per poterlo fare serve un regolamento comunale. Di cui siamo in attesa da un anno e mezzo. Questo regolamento comunale dovrebbe stabilire le modalità del servizio di noleggio con conducente con velocipedi, definire come ottenere l’autorizzazione, le aree di sosta ecc… Da gennaio la Camera di commercio ha aperto l’iscrizione al ruolo di conducenti, nella categoria veicoli a trazione animale, anche per chi come noi in realtà vorrebbe pedalare. Noi ci siamo iscritti al Ruolo, ma del regolamento ancora nessuna traccia.

Il riferimento normativo è la “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea” n. 21 del 1992, oltre al Codice della strada, poi seguita dalla legge regionale e appunto dai regolamenti cittadini.

È quindi compito dei singoli comuni decidere come normare e quindi sostenere o meno il servizio con velocipedi. Il comune di Bologna per esempio ha scelto una delibera della giunta comunale, rinnovata ogni due anni; a Genova è la Polizia Municipale a rilasciare un’autorizzazione annuale, Milano sta finalmente avviando, dopo molti anni di presenza del servizio in città, un bando sperimentale. Ma esistono anche a Lecce, Foggia, Siracusa. In altre città basta presentare semplicemente una scia di inizio attività. A Torino, nonostante l’appoggio a livello di ideale, ancora non nulla si è scelto in merito, anche se il nostro progetto ha vinto il finanziamento – ma non ancora erogato per via dell’assenza del regolamento – del bando Facilito Giovani di Torino social Innovation nel settembre 2016 come proposta di innovazione sociale e ambientale.

Insomma le idee non mancano, i giovani mettono energie, risorse e passione, ma non bastano senza la disponibilità delle amministrazioni ad innovare. Anche noi crediamo come il sig. Novaresio della lettera, che sia un servizio utile alla città, al turismo, all’ambiente e che crea occupazione e noi non vediamo l’ora di poter assumere pedalatori per far girare i nostri Bici-t per le vie di Torino.

 

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