Lavoro
Italiaonline, incontro al ministero del Lavoro tra vertici azienda e sindacati apre nuovi spiragli
Un accordo che salvaguardi la tenuta sociale e professionale in tutte le sedi attive, a partire da quella di Torino che rischia la chiusura, e congiuri impatti traumatici di qualsiasi natura nei confronti dei lavoratori. Presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è svolto l’incontro tra le OO.SS. e i rappresentanti dei vertici aziendali di Italiaonline Spa, alla presenza dei rappresentanti ministeriali, nell’ambito della fase amministrativa della procedura di Licenziamento Collettivo, con cui l’azienda intende dare seguito al piano di riduzione del personale, nel quale sono previsti 400 esuberi nelle sedi Italiaonline di tutto il territorio nazionale.
Nel corso del confronto l’azienda ha ribadito che intende perseguire la strada dell’accordo sindacale e si dichiara disponibile a valutare gli strumenti più efficaci per la conduzione di questa complicata vertenza, escludendo il ricorso al contratto di solidarietà ritenendola soluzione non percorribile dal punto di vista della gestione del nuovo piano organizzativo.
Il Ministero si è fatto garante di un percorso costruttivo che le parti devono intraprendere con la massima urgenza, in un proficuo confronto che produca risultati concreti in tempi brevi, ed ha in quest’ottica sollecitato le parti ad abbandonare posizioni precostituite che fino ad oggi hanno impedito di giungere ad un’intesa.
L’Azienda, tenuto conto del progetto di digitalizzazione che intende perseguire, ha raccolto l’invito avanzando la proposta di lavorare a un documento da presentare in sede istituzionale nel corso del prossimo incontro che recepisca le proposte sindacali e serva da punto di partenza per una discussione seria ed approfondita che superi lo stallo attuale.
I temi sollevati unitariamente al tavolo dalla rappresentanza sindacale, giudicati di buon senso anche dal Ministero del Lavoro, vanno nella direzione di un accordo che salvaguardi la tenuta sociale e professionale in tutte le sedi attive, a partire da quella di Torino che rischia la chiusura, e congiuri impatti traumatici di qualsiasi natura nei confronti dei lavoratori.
Abbassamento degli esuberi
Il punto da cui partire deve mirare a un significativo abbassamento del numero complessivo degli esuberi, abbassamento a cui possono contribuire molteplici fattori: il numero consistente di dimissioni volontarie verificatesi in seguito all’apertura della procedura di licenziamento che devono essere sottratte ai 400 previsti inizialmente; la possibilità di reinserimento di parte dei lavoratori in esubero all’interno delle controllate appartenenti al perimetro del gruppo; l’incremento del numero dei lavoratori impiegati all’interno della Digital Factory di prossima costituzione; la necessità di riconsiderare il piano di esternalizzazioni, causa di parte degli esuberi, in un’ottica responsabile che faciliti un ulteriore reinserimento di forza lavoro, valutando il ripristino anche di ruoli commerciali che richiedono competenze di alto profilo professionale già presenti in azienda, operazione di sicuro valore strategico per gli obiettivi di incremento di fatturato. L’azienda ha ribadito la disponibilità a concedere esodi incentivati, soluzione condivisa dalla parte sindacale ma che ad oggi appare del tutto inadeguata nel meccanismo e nella consistenza.
Pur considerando le parziali aperture, che dovranno essere contenute e verificate nel documento, le OO.SS. ritengono imprescindibile un percorso di mobilitazione a sostegno della vertenza, con l’obiettivo comune di costruire un’intesa che escluda qualunque effetto traumatico nei confronti dei lavoratori.
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