Seguici su

Ambiente

Cinemambiente: proiezioni ed eventi di domenica 3 giugno

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

La giornata al Festival si apre con la proiezione di Ecokids (ore 15.45, Cinema Massimo 3), una selezione tematica dei cortometraggi in concorso pensata appositamente per il pubblico dei più piccoli. Otto i titoli proposti, per altrettante brevi storie in arrivo da svariati Paesi, sospese tra fantasia, leggenda e realtà, in cui il rapporto tra l’uomo e la natura, la scoperta del mondo circostante, le conseguenze di azioni irresponsabili sono raccontati con leggerezza, ma anche con originale profondità.
Sempre nel pomeriggio, il Festival propone la mini-antologia Carta bianca al PAV – Parco Arte Vivente: La macchina estrattiva (ore 16, Cinema Massimo 1), che comprende cinque titoli, tra corto e mediometraggi, prodotti in diversi Paesi europei ed extraeuropei. Scelti tra quelli esposti al Parco Arte Vivente negli ultimi due anni, i film presentati indagano il rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale che, a dispetto dell’imminente esaurimento dei combustibili fossili, continuano a devastare con l’attività estrattiva immense aree del Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con Enrico Bonanate, direttore del PAV-Parco Arte Vivente, Centro Sperimentale di Arte Contemporanea di Torino.
Ancora nel pomeriggio, un titolo italiano in concorso, Il mondo o niente (ore 17, Cinema Massimo 3), di Chiara Caterina. Rivisitazione per immagini di quel “mondo di sotto” narrato da Carlo Levi e aggiornato al Terzo millennio, il film racconta un Sud Italia isolato e allo stesso tempo iper-connesso, in cui arcaismi e modernità, natura e tecnologia non si scontrano, ma si congiungono. Nel viaggio dalle coste lucane alle altitudini appenniniche, si incrociano contadini adolescenti che usano con la stessa dimestichezza un iPhone 6 e forbici da potatura, lupi che rispondono a richiami emessi da un megafono in alta montagna, antenne satellitari che si connettono allo spazio lontano… La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.
Lungometraggio in concorso nel tardo pomeriggio, Blue (ore 18, Cinema Massimo 1), dell’australiana Karina Holden, è invece un viaggio provocatorio nel regno degli oceani, un mondo sommerso sull’orlo del tracollo. Dall’Indonesia alle Hawaii, dalle barriere coralline in decomposizione alla vita acquatica uccisa dall’enorme quantità di spazzatura e dalla pesca accidentale e non selettiva, il film mostra tanto la stupefacente bellezza quanto le criticità di uno dei principali bersagli dell’antropizzazione, mettendo in evidenza l’imprescindibile urgenza della conservazione delle specie marine fondamentali a oggi sopravvissute. Tra gli esperti e gli attivisti impegnati a preservare l’ecosistema marino presenti nel film figura anche Madison Stewart, la “Shark girl”che volteggia nel blu più profondo con gli squali, vittime misconosciute di una pesca deregolamentata e dell’inquinamento da mercurio. La proiezione sarà seguita da un incontro con gli zoologi Giorgio Bavestrello, docente presso l’Università di Genova, e Franco Andreone (Museo Regionale di Scienze Naturali).
Sempre nel tardo pomeriggio, il Festival propone, fuoriconcorso, Da CAAB a FICO. Una storia di eccellenza italiana (ore 18, Cinema Massimo 3). Realizzato da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, il mediometraggio racconta la storia del Parco agroalimentare più grande del mondo – sorto alla periferia nord-est di Bologna – dal suo concepimento, nel 2012, all’inaugurazione, avvenuta lo scorso novembre 2017: un progetto che ha scommesso, in primo luogo, sull’energia pulita, dando vita al più grande impianto fotovoltaico d’Europa. La proiezione sarà seguita da un incontro con Andrea Segré, docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, con Duccio Caccioni, direttore Marketing e Qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna, e con il giornalista Simone Arminio.
In contemporanea, il cartellone presenta un altro film fuoriconconcorso, The Harvest (ore 18, Centro Studi Sereno Regis), di Andrea Paco Mariani. Originale docu-musical, il film esplora il fenomeno del nuovo caporalato di cui sono oggi vittime migliaia di lavoratori stranieri in Italia. Girato all’interno delle comunità Sikh stanziate stabilmente nella zona dell’Agro Pontino, il film denuncia, attraverso la storia del raccoglitore Gurwinder, le condizioni estreme di sfruttamento su cui si sostiene oggi l’industria agro-alimentare nazionale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il sociologo e giornalista Marco Omizzolo.

In prima serata, in proiezione due titoli in gara nelle sezioni competitive del Festival. Per il concorso One Hour, viene presentato Enough White Tea Cups (ore 20, Cinema Massimo 3), della statunitense Michelle Bauer Carpenter. Nato dall’esperienza del gruppo danese no-profit “INDEX: Design to Improve Life”, il film offre esempi concreti del modo in cui il design creativo può intervenire in svariati campi e ambiti critici con progetti e invenzioni in grado di favorire una maggior sostenibilità sociale, economica ed ecologica: dalla costruzione di alloggi a buon mercato, alla riduzione dell’inquinamento degli oceani, alla prevenzione della mortalità infantile e persino all’eliminazione delle mine antiuomo. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista e con Laura Milani, direttore dello IAAD-Istituto d’arte applicata e design di Torino.
Diretto dall’austriaco Werner Boote, il lungometraggio in concorso The Green Lie – Die grüne Lüge (ore 20, Cinema Massimo 1) denuncia la sempre più diffusa strategia del greenwashing, con cui svariate compagnie vendono, con efficaci operazioni di marketing, un’ingannevole immagine di sé, o dei propri prodotti, come “ecofriendly” o “equa”. Il film, che inizia in un supermaket austriaco e approda alle foreste pluviali indonesiane incendiate dai produttori di olio di palma, al disastro causato dalla BP nella piattaforma petrolifera Deepwater Horizon di Grand Isle e ai grandi allevamenti di bestiame in Brasile, svela casi clamorosi di “bugie verdi” e mette in luce la necessità di consumi più consapevoli attraverso voci di eminenti esperti e studiosi del calibro di Noam Chomsky e Raj Patel. Al termine della proiezione, gli studenti di Economia dell’Ambiente dell’Università di Torino intervisteranno il regista.

Ancora in prima serata, il Festival lascia spazio alla ricca sezione competitiva dei cortometraggi. Riservata alle opere sperimentali, la serie tematica “Ecovisioni” (ore 20, Blah Blah), presenta una selezione di film brevi in cui paesaggi post-industriali, riprese di attività estrattive che violentano terra e mare, scenari apocalittici e distopici di un mondo alla deriva si alternano a immagini che mostrano la sacralità della natura e della vita di comunità nascoste in angoli lontani della terra.

Sempre in serata, altri due appuntamenti con la sezione dei cortometraggi in concorso, dove gareggia anche un film breve di produzione torinese, Il gusto della libertà (ore 21.30, Cinema Massimo 3) di Raffaele Palazzo, dedicato all’esperienza di Liberamensa, il ristorante all’interno del carcere delle Vallette. Al termine della proiezione, incontro con l’autore e con la cooperativa Liberamensa. A seguire, la selezione di cortometraggi riuniti sotto il titolo “Ritratti dal mondo”, un excursus in posti e realtà apparentemente lontani di cui sono protagonisti i dubbi, i desideri, le fatiche di quanti vivono in un costante rapporto con la natura, nella maggior parte dei casi sofferente e conflittuale: una panoramica che svela scenari complessi dove – dai Paesi Bassi, all’Indonesia alla Siria — la durezza del lavoro e di situazioni estreme come la guerra mettono alla prova i sottili equilibri della vita.

In seconda serata, invece, il cartellone presenta la replica della sottosezione di cortometraggi “Naturalia” (ore 22, Circolo culturale Amantes): una serie di film brevi che si allontanano dalla Terra guardando la sua magnificenza dallo spazio, o si avvicinano per mostrare microscopicamente i suoi cicli vitali, il fascino delle creature che la abitano, i suoi soggioganti e minacciati paesaggi.
Ancora in seconda serata, infine, in cartellone un film fuoriconcorso, presentato nella sezione “Panorama”. Ispirato a una storia vera, Resina (ore 22.30, Cinema Massimo 1), di Renzo Carbonera, racconta la parabola di Maria, giovane violoncellista che, delusa dallo spietato mondo dello spettacolo, fa ritorno al paesino di montagna delle sue origini: una piccola comunità alle prese con difficoltà economiche e con i primi effetti del cambiamento climatico, un microcosmo che sembra ormai destinato all’oblio, ma che, invece, attraverso la musica — e la nascita di uno strampalato coro polifonico maschile diretto da una donna – si rianima e riacquista speranza. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e il protagonista Thierry Toscan, presente nella giuria del Concorso documentari italiani.

PROGRAMMA
Legenda
CID CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI
CIOH CONCORSO INTERNAZIONALE ONE HOUR
CDI CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
CC CONCORSO CORTOMETRAGGI
P PANORAMA
CAJ CINEMAMBIENTE JUNIOR
ET ECOTALK
EE ECOEVENTI

CC
Cinema Massimo 3 – ore 15.45

ECOKIDS

Otto brevi storie capaci di condurre piccoli e grandi in un viaggio magico tra fantasia, leggenda e realtà. Dalle vicende di un cucciolo di balena al primo incontro con una torre eolica, si schiude un universo immaginario in cui il rapporto tra l’uomo e la Natura viene filtrato dallo sguardo infantile, tinto di innocente saggezza. La scoperta del mondo circostante, il rapporto con gli animali e le conseguenze di azioni irresponsabili, raccontati con leggerezza e originale profondità.

Aurora
di Marcelle Abela (Malta 2017, 4’)
La bellezza della Terra e dello spazio osservati dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Blau
di David Jansen (Germania 2017, 15’)
Nell’infinita vastità dell’oceano, un cucciolo di balena rimasto orfano: riuscirà a sopravvivere alla tecnologia dell’uomo?

Třešňový Strom – The Cherry Tree
di Eva Dvořáková (Repubblica Ceca 2017, 6’)
Un disegno a parete con un bambino e un albero di ciliegie si forma a poco a poco e comincia a vivere di vita propria.

Hybrids
di Florian Brauch, Matthieu Pujol, Kim Tailhades, Yohan Thireau, Romain Thirion (Francia 2017, 7’)
Quando la fauna marina deve adattarsi all’inquinamento che la circonda, cambiano le regole della sopravvivenza.

I’m Alive
di Shimizu Haruka (Giappone 2017, 4’)
Una bambina scopre i piccoli, e i grandi, abitanti di un bosco.

Look
di Meinardas Valkevičius (Lituania 2017, 4’)
Le attività umane molto spesso hanno un effetto negativo sugli altri abitanti del nostro Pianeta.

Plantae
di Guilherme Gehr (Brasile 2017, 11’)
Quando un boscaiolo taglia un grande albero nel profondo della foresta, la natura ha una reazione inaspettata.

Strollica
di Peter Marcias (Italia 2017, 10’)
Strollica, una bambina di 10 anni, scopre che nel suo parco preferito si sta per impiantare una stazione di torri eoliche.

P
Cinema Massimo 1 – ore 16.00

Carta bianca al PAV Parco Arte Vivente – La Macchina Estrattiva
I film qui presentati, scelti tra quelli esposti al Parco Arte Vivente negli ultimi due anni, indagano il rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale. Politiche che, a dispetto dell’imminente esaurimento dei combustibili fossili, continuano a devastare immense aree del Pianeta, replicando pratiche di sfruttamento che costituiscono un nuovo colonialismo e agendo a discapito della dignità e dei diritti delle popolazioni indigene del Nord e del Sud del mondo.

Forest Law
di Ursula Biemann e Paulo Tavares (Svizzera 2014, 32′)
La foresta Amazzonica è stata portata in tribunale, al fine di difendere i diritti della natura.

Learning To Live With The Enemy
di Pedro Neves Marques (Portogallo/Brasile 2013, 9′)
Una fabbrica di biocarburanti e una voce narrante che ci chiede: che cosa significa convivere con il nemico?

Leave It in the Ground
di Oliver Ressler (Norvegia/Austria2013, 18′)
La crisi climatica non solo come problema tecnico e scientifico, ma anche come questione politica.

The Crown Against Mafavuke
di Uriel Orlow (Sudafrica/Gran Bretagna 2016, 18′)
Il racconto di un processo che ebbe luogo in Sudafrica nel 1940.

Imbizo Ka Mafavuke
di Uriel Orlow (Sudafrica/Gran Bretagna2017, 28′)
Opera sperimentale ambientata ai margini di una riserva naturale a Johannesburgh.
al termine della proiezione, incontro con Enrico Bonanate

CDI
Cinema Massimo 3 – ore 17.00

Il mondo o niente
di Chiara Caterina (Italia 2017, 46’)
Un’immagine inconsueta del sud Italia che vuole superare gli stereotipi per raccontare una realtà in cui modernità e isolamento, insieme ad arcaismi consolidati, non si scontrano, al contrario, si congiungono svelando amarezza e meraviglia al tempo stesso. Ispirandosi a quel “mondo di sotto” narrato da Carlo Levi, luoghi e atmosfere sono esplorati al ritmo autoctono, percorsi alla ricerca di una miriade di dettagli capaci di esprimere una densità antica e profonda. Un viaggio dalle coste lucane alle altitudini appenniniche in cui incontriamo contadini adolescenti abili nella tecnologia così come nella potatura, lupi che rispondono a richiami emessi da un megafono, sofisticate antenne satellitari connesse a spazi lontani, mentre un giacimento petrolifero getta un’ombra minacciosa sulle acque di un vicino lago.
al termine della proiezione, incontro con l’autrice

CID
Cinema Massimo 1 – ore 18.00

Blue
di Karina Holden (Australia 2017, 76’)
Un viaggio provocatorio nel regno dell’oceano, nella profondità di quel mondo che sta precipitando verso l’oblio. Dalle barriere coralline in decomposizione alla vita marina uccisa dall’enorme quantità di spazzatura e dalla pesca accidentale e non selettiva, gli oceani sono tra i principali bersagli dell’assalto umano alla Terra. Attraverso lo sguardo di esperti e attivisti che dedicano la propria vita a ricerche e azioni concrete mirate a preservare l’ecosistema marino, esploriamo questo campo di battaglia, dall’Indonesia alle Hawaii, immergendoci in immagini mozzafiato di meravigliosa e dolorosa bellezza. Una coraggiosa denuncia che si fa appello urgente e appassionato contro l’idea che i nostri mari abbiano risorse illimitate e per tentare di salvarli, prima che sia troppo tardi.
al termine della proiezione, incontro con Giorgio Bavestrello e Franco Andreone

P
Cinema Massimo 3 – ore 18.00

Da CAAB a FICO, una storia di eccellenza italiana
di Francesco Conversano e Nene Grignaffini (Italia 2018, 60’)
Il Parco Agroalimentare più grande del mondo, dal suo concepimento, nel 2012, alla sua inaugurazione avvenuta il 15 novembre 2017. Cinque anni straordinari attraverso cui si è riusciti a concretizzare un progetto concepito come laboratorio di riferimento per le sfide che si giocheranno i prossimi decenni intorno al cibo e alla sostenibilità, temi centrali per il futuro del Pianeta. FICO è il risultato dell’impegno dei tanti soggetti che hanno condiviso questa impresa: un’operazione nata e cresciuta a Bologna, dove intuizioni imprenditoriali, scelte amministrative, cultura manageriale e coraggio hanno trovato il loro punto d’incontro. Una scommessa, per prima cosa, sull’energia pulita, che ha permesso la conversione del vecchio CAAB nella nuova Area Mercatale, alimentata dal più grande impianto fotovoltaico d’Europa.
al termine della proiezione, incontro con Andrea Segré, Duccio Caccioni e Simone Arminio

P
Centro Studi Sereno Regis – Sala Poli – ore 18.00

The Harvest
di Andrea Paco Mariani (Italia 2017, 73’)
Gurwinder viene dal Punjab, lavora come bracciante nell’Agro Pontino e vive con il resto della comunità sikh in provincia di Latina. Anche la mediatrice culturale Hardeepè indiana, ma nata e cresciuta in Italia parla con accento romano. Lei cerca di riscattare la fatica di una famiglia emigrata molto tempo prima, lui è costretto ad assumere sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India. Due storie che si intrecciano nel corso di una giornata, dalle prime ore di luce nei campi alla preghiera serale presso il tempio. Il linguaggio del documentario si unisce alle danze punjabi, raccontando senza retorica l’umiliazione dello sfruttamento. Un duro lavoro di semina, il cui meritato raccolto, tra agognati permessi di soggiorno e buste paga fasulle, sembra essere ancora lontano.
al termine della proiezione, incontro con Marco Omizzolo

CID
Cinema Massimo 1 – ore 20.00

The Green Lie
di Werner Boote (Austria 2018, 97’)
Quanto influiscono le nostre decisioni d’acquisto sullo sviluppo dell’economia sostenibile? I “prodotti verdi” industriali sono da considerarsi tali o non costituiscono piuttosto una mera strategia di vendita? Da questi dubbi prende il via l’indagine di Werner Boote e dell’ecologista Kathrin Hartmann, che sulle orme della comunicazione “greenwashing” di certe imprese, si inoltra in alcune delle aree più soggette alla politica ingannevole delle aziende. Dal disastro causato dalla BP nella piattaforma petrolifera Deepwater Horizon di Grand Isle agli incendi delle foreste pluviali indonesiane scatenati dai produttori di olio di palma, fino agli effetti dell’allevamento di bestiame sulle popolazioni indigene in Brasile, un dibattito intenso e rivelatore a cui prendono parte anche le eminenti voci di Noam Chomsky e Raj Patel.
al termine della proiezione, gli studenti di Economia dell’Ambiente intervistano l’autore

CIOH
Cinema Massimo 3 – ore 20.00

Enough White Teacups
di Michelle Bauer Carpenter (USA 2017, 59’)
Il design creativo può costituire una risposta efficace ai molteplici problemi di carattere ambientale a favore di una sostenibilità sociale, economica ed ecologica. Lo dimostra il gruppo danese no-profit “INDEX: Design to Improve Life” che, con la propria ricerca, offre esempi concreti di come la progettazione industriale può essere utilizzata per costruire alloggi a buon mercato, ridurre l’inquinamento degli oceani e persino eliminare mine antiuomo. Attraverso interviste ad esperti del settore viene tracciata la storia di questo gruppo, promotore inoltre di un concorso internazionale che assume come linee guida i 17obiettivi di sviluppo sostenibile sanciti dalle Nazioni Unite. Un modo inedito e innovativo di pensare a un design che coniuga istanze etiche, estetiche ed esigenze industriali.
al termine della proiezione, incontro con l’autrice e Laura Milani

CC
Blah Blah – ore 20.00

ECOVISIONI

Paesaggi post-industriali, attività estrattive nei mari e sulla terraferma, treni abbandonati in una remota periferia. L’osservazione di ciò che ci circonda crea scenari apocalittici per un mondo alla deriva, il cui de profundis viene celebrato da ombre in volo sulla discarica prossima a un cimitero. Ma uno spiraglio di luce è possibile: l’ascolto di un impulso che ci riporta alla sacralità della foresta, mentre un viaggio surreale sulle tracce degli Inuit evoca visioni di speranza e di profonda bellezza.

Pociąg do apokalipsy – A Trip to the Apocalypse
di Ian Giedrojć (Polonia 2017, 3’)
Un cimitero di treni. Un viaggio virtuale verso l’ultima stazione: l’apocalisse.

Sabotage
di Night Owl (Gran Bretagna 2017, 5’)
Un’istantanea dell’industria estrattiva: l’avidità di pochi che distrugge la Terra di tutti.

Seismos
di Zaïde Bil (Belgio 2017, 10’)
Gli effetti delle perforazioni per l’estrazione del gas naturale in una zona del Nord dei Paesi Bassi.
Stratum
di Nick Jordan, Jacob Cartwright (Gran Bretagna 2018, 12’)
I paesaggi post-industriali della European Route of Industrial Heritage, a cui fa da contrappunto la narrazione di Borinage diretta da Joris Ivens e Henri Storck nel 1934.

Sub Terrae
di Nayra Sanz Fuentes (Spagna 2017, 7’)
Le ombre non sono sempre sottoterra: stormi di uccelli si aggirano su di un cimitero e una discarica.

Three Thousand
di Asinnajaq (Isabella-Rose Weetaluktuk) (Canada 2017, 14’)
Il passato, il presente e il futuro degli Inuit.

Two°C
di Maxime Contour (Francia 2017, 4’)
New York inondata dal mare: uno scenario possibile entro 60 anni.

Werifesteria
di Jennifer Hardacker (USA 2018, 7’)
Werifesteria è l’impulso di vagare nella foresta, evoca fiabe, miti e la pratica giapponese Shinrin-Yoku, il “bagno nella foresta”.

CC
Cinema Massimo 3 – ore 21.30

Il gusto della libertà
di Raffaele Palazzo (Italia 2017, 14’)
Un ex detenuto, ora cuoco professionista, ha invitato i suoi compagni di cella a cena a Liberamensa, il ristorante all’interno del carcere di Torino.
al termine della proiezione, incontro con l’autore e Liberamensa

RITRATTI DAL MONDO

Mondi e realtà differenti, apparentemente lontani, narrati dalle storie di vari “personaggi” colti nella loro dimensione quotidiana. Dubbi, desideri, fatiche in un costante rapporto con la natura, nella maggior parte dei casi sofferente e conflittuale, che ci svela scenari complessi dove la durezza del lavoro e situazioni estreme come la guerra mettono alla prova i sottili equilibri della vita. Dai Paesi Bassi all’Indonesia, un’umanità che cerca una via d’uscita verso un’esistenza sostenibile.

A Butcher’s Hearth
di Marijn Frank (Paesi Bassi 2017, 15’)
Wessel sta imparando i trucchi del mestiere dal nonno e dal padre macellai, ma non è convinto: forse preferirebbe lavorare con animali vivi.

Bhagwani – A girl in pursuit of dreams
di Ziauddin Zia (Pakistan 2017, 4’)
Bhagwani ha 12 anni e vive in un piccolo villaggio in Pakistan. Impiega 8-10 ore al giorno per andare a prendere l’acqua per la famiglia.

Ligne noire
di Mark Olexa e Francesca Scalisi (Svizzera 2017, 11’)
Una donna che pesca in acque torbide, una natura sofferente, il canto spezzato del muezzin: tutto si collega con una linea sottile, nera.

Doctor
di Yavuz Üçer (Turchia 2017, 10’)
A causa dei bombardamenti Beşir e la sua famiglia sono costretti a fuggire dalla Siria in Turchia. Il ragazzo per aiutare la sua famiglia, ora raccoglie rifiuti.

Terraform
di Sil Van Der Woerd e Jorik Dozy (Gran Bretagna 2017, 5’)
La vita durissima dei minatori di zolfo di KawahIjen, in Indonesia, per mantenere le loro famiglie.

Yaban
di Volkan Budak (Turchia 2017, 9’)
Uomini e animali del delta del fiume Kızıl in Turchia: le contraddizioni tra cultura e natura.
Con el tiempo
di Nicole Vanden Broeck (Messico 2017, 11’)
Mateo e Francisca, una coppia di anziani cresciuta lavorando la terra, porta un messaggio sull’uso responsabile delle risorse.

CC
Amantes – ore 22.00

NATURALIA

Dalla stupefacente visione spaziale della Terra fino all’inizio quasi impercettibile del ciclo vitale di un organismo osservato al microscopio. Un viaggio esplorativo attraverso paesaggi e incontri suggestivi per ricongiungersi con la magnificenza della Natura e coglierne al contempo le fragilità di fronte all’interferenza umana. Prendersene cura, prima che la natura artificiale prenda il sopravvento.

A Year along the Geostationary Orbit
di Felix Dierich (Germania 2018, 16’)
Himawari-8, il satellite meteorologico più avanzato del Giappone è distante dalla Terra 35786 km: dallo spazio il nostro Pianeta sembra miracoloso.
Becoming
di Jan van Ijken (Paesi Bassi 2017, 6’)
La stupefacente genesi della vita animale: lo sviluppo di un tritone alpino nel suo uovo trasparente dalla prima divisione cellulare alla schiusa.

Changing Oceans
di Katy Laveck Foster e Jeff Foster (USA 2017, 3’)
Gli oceani devono affrontare numerose minacce che stanno rapidamente cambiando gli ecosistemi marini.

The Frozen Warriors
di Chris Schmid (Svizzera 2018, 5’)
Nel Parco nazionale di Dovrefjell-Sunndalsfjella, in Norvegia, la caccia fotografica a uno degli animali più resistenti della natura: il bue muschiato.

Nature: all Rights reserved
di Sebastian Mulder (Paesi Bassi 2016, 22’)
Il ruolo delle simulazioni della natura nella nostra società: la natura artificiale sostituirà mai la vera natura?
Patagónia – The Tip of the World
di Paulo Ferreira (Portogallo 2017, 8’)
La Patagonia, terra di soggiogante bellezza, apparentemente invincibile, minacciata dalla rapacità dell’uomo.

P
Cinema Massimo 1 – ore 22.30

Resina
di Renzo Carbonera (Italia 2018, 90’)
Una famiglia e una piccola comunità alle prese con difficoltà economiche e i primi effetti del cambiamento climatico, bisognose di ritrovare un senso d’unione per affrontare la sfida del domani. Uno strampalato coro polifonico di uomini da ricomporre e un direttore donna. È la parabola di Maria, giovane violoncellista che, delusa dallo spietato mondo della musica, fa ritorno al paesino di montagna delle sue origini, una piccola enclave isolata dove si parla ancora una lingua arcaica, il cimbro, e dove tutto sembra ormai destinato a sparire nell’oblio. La giovane non fugge dalla nuova realtà, al contrario vi si immerge affrontando con determinazione ciò che la vita le offre. Ispirato a una storia vera, il film è il racconto di un piccolo mondo che attraverso la musica si rianima tingendosi di ironia e speranza.
Primo film realizzato con il progetto Green lanciato dal Trentino Film Commission.
al termine della proiezione, incontro con l’autore e il protagonista Thierry Toscan

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *