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Cultura

Fedez-Ferragni e il Nuovo Manifesto Cinematografico, Rebor si racconta

Gabriele Farina

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Il suo ultimo colpo a Torino è stato “GENERAZIONE BHO!conPassione”, il manifesto che ritrae la coppia Fedez e Ferragni in versione Pietà di Michelangelo (ne potete anche vedere il bozzetto nella fotogallery qui sopra). Prima ha colorato Torino con tanti altri lavori di street art, sempre sorprendenti, sempre comparsi a sorpresa. Tra gli altri il suo “Improvviso” in piazza San Carlo.

Con Andrea Villa, Rebor è il più apprezzato e presente street artist presente a Torino. Tra i due c’è una profonda amicizia e Rebor viene anche citato nell’ultima personale di Villa.

Rebor ci ha spiegato il significato del suo “GENERAZIONE BHO!conPassione” annunciandoci anche un interessante progetto cinematografico in corso. A lui la parola:

Il meccanismo delle Instagram story è il medesimo di una pubblicità : è sfuggente, non dura per sempre, ed illude.

La situazione e’ paradossale, ci si trova come in una terra di nessuno:

i grandi media da una parte e le persone dall’altra. Questo spazio a metà è come un limbo che la gente crea in continuazione.

Con l’avvento dell’era digitale e della globalizzazione le nostre conoscenze hanno iniziato a muoversi in un flusso continuo che non siamo in grado di fermare.

Possiamo accedervi facilmente, ma solamente di sfuggita, perché quasi subito le informazioni acquisite devono essere delegate all’ oblio e sostituite da altre.

La nostra vita e il nostro tempo fuggono, dandoci un senso di vertigine, come se le ore e i giorni impedissero una riflessione.

Come reagirebbero oggi i futuristi?

La nostra è una società iperattiva, paradossalmente spenta.

La società immaginata dal Futurismo ha impiegato 70 anni per manifestarsi così come era stata immaginata: paradossalmente oggi basterebbero soli 2-3 anni per progredire in tal modo.

Con questa figurazione, l’uso di un elemento POP interpretato dal cantante rapper italiano “Fedez”, che si abbandona nel Cristo morente, e di Chiara Ferragni, (moglie del cantante ) che si identifica nella Madre accogliente un figlio, in sintesi vuole aiutare il pubblico ad avvicinarsi alla mia ricerca.

Il fondale del poster abbraccia la composizione con il colore rosa SHOKING che vuole richiamare il viola delle vesti sacrali, che la liturgia cristiana propone nei paramenti liturgici nei periodi di purificazione e di attesa (Avvento e Quaresima).

Davanti all’opera, ovvero al poster, lo spettatore viene accompagnato dallo slogan “GENERAZIONE BHO conPassione”: a prima vista…un “BHO”, e “conPassione” che metaforicamente traduce “la pietà ” (compassione) e induce alla speranza.

Sul fondale troviamo segni frettolosi violacei che si rifanno al momento fugace di una Instagram Story.

Con questo “ideale” manifesto pubblicitario, sintetizzo una contemporaneità sfinita e stanca vissuta in tempo reale , dove ogni cosa si appiattisce.

La trasgressione è divenuta parte del sistema.

L’immagine della realtà si mischia con l’ irrealtà e l’uomo si perde.

È una società di “felici incoscienti”. Partecipiamo al disastro che ci circonda con grande leggerezza.

Il nostro oggi è un oggi istantaneo, fruito e consumato vorticosamente.

Tutto questo potrebbe richiamare l’immagine di un luna park, fatto di luci e di mortaretti.

L’affermazione di molti artisti e il fiorire di istituzioni sensibili che se ne occupano, sembrano dirci che abbiamo ancora un innato e profondo bisogno di arte, di stupore, di creatività.

“E’ la bellezza che salverà il mondo”.

L’artista di oggi può essere uno spirito saturnino, ossessivo, è invece “mercuriale” cioè proiettato dal bisogno della comunicazione, goloso di novità.

In un mondo in cui il dramma degli attentati ci rende insicuri nelle nostre città, o il dominio del web e dei social media che controllano sempre più a fondo le nostre vite, dove l’identità della persona scivola via, l’artista dovrà assumere ancora di più che in passato, un ruolo onesto di denuncia e di testimonianza.

L’opera deve essere approfondita per rimanere contemporanea, in questo caso l’immagine di Fedez e Chiara, viene ripresa nell’immediatezza delle instagram story.

La lotta contro il tempo è illusione, dura niente, oppure tutto, il tutto e il niente sono lo stesso concetto.

Un’opera non è certamente eterna ma è un tentativo di arginare la potenza distruttrice del tempo.

La Pietà di Michelangelo resta un’ icona della fecondità creativa dell’uomo che cammina nel proprio tempo con le ansie, le gioie, le speranze.

Il manifesto era un piccolo accenno per il progetto cinematografico dal titolo “conPassione” in lavorazione da quasi un anno (le ultime riprese girate in studio sono terminate poche settimane fa), che consiste in un cortometraggio in chiave videoclip con un occhiolino sul POP che sintetizza in modo onirico una visione della società di oggi.

Il cortometraggio sarà lanciato da un NUOVO MANIFESTO CINEMATOGRAFICO che uscirà sia a Milano che a Torino.

I lavori di Rebor, la sua attenzione al quotidiano, la capacità di colpire con macchie di colore scuotendo le coscienze, gli hanno anche aperto le porte delle scuole, dove è stato invitato a raccontare il suo percorso artistico.

Grazie ai miei lavori svolti a Torino che hanno catturato l’attenzione da parte di professori di licei e di scuole medie, sono stato invitato personalmente a presentare il mio percorso artistico nelle scuole dove, nel caso delle scuole medie di Torino, il progetto è a favore di adolescenti in obbligo scolastico che faticano a seguire un percorso didattico standard. Ad oggi stanno cercando di lavorare con loro rispetto alla scoperta di passioni e attitudini che possono diventare dei mestieri.

Dovrò quindi tenere questa conferenza dove presenterò alcuni dei miei lavori.

Chiudiamo l’articolo con il pensiero di Rebor, la sua visione sull’arte e sul rapporto tra artista e fruitore dell’opera d’arte. Aspettando naturalmente il suo prossimo intervento di street art a Torino.

Il contesto di un’opera fa parte del suo significato, così come lo è il punto di vista dello spettatore, che è soggettivo.

L’arte è un territorio che tutte le persone sono in grado di esplorare, ma allo stesso tempo non tutte avranno le stesse sensazioni o le stesse esperienze, è il regno dell’interpretazione soggettiva.

Qualcuno una volta ha detto che le nostre teste sono tonde e non di altre forme perchè in questo modo i nostri pensieri possano volare in qualsiasi direzione: non esiste un modo specifico di interpretare un’opera, la sua forma è rotonda come le nostre teste.

Ogni persona può trovare un suo percorso personale, ogni modo è percorribile.

 

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