Cultura
E se Torino diventasse improvvisamente obiettivo di guerra? Al Mau la quarta puntata di M.I.M.B.Y
“Può succedere che il tuo Paese entri nella lista nera dei “cattivi”, così, dall’oggi al domani, perchè è cambiata l’aria a migliaia di chilometri di distanza.
Può succedere, così, che nel cielo sopra casa tua compaia un drone di quelli che uccidono.
No, non sei in una città dell’Asia mediorientale dal nome fino a ieri a te sconosciuto: sei a casa tua, proprio a casa tua, e tu non avevi mai pensato che potesse accadere.
La guerra contemporanea si presenta così: tecnologica, asettica, spersonalizzata.
Il suo fine ultimo non è mai cambiato, da quando è comparso l’Uomo: uccidere, distruggere e, prima di ogni altra cosa, incutere il terrore. Oggi è diventata ancora più semplice, spogliata delle ultime remore etiche, se mai ne siano esistite, privata del “contatto col nemico”.
Si muore per mano di una macchina, comandata a distanza. Non è rimasta nemmeno la dignità di guardare negli occhi chi ti sta togliendo la vita, perché quegli occhi non incroceranno mai il tuo sguardo.
Per morire, per te, è sufficiente essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, per essere incluso tra coloro che l’intelligenza di una macchina o di un software, in quel preciso momento, identificano come “nemici”.
La morte oggi arriva dall’alto, improvvisa, incomprensibile, inutile.
Questa è la guerra di oggi, ed io la racconto così, perché nessuno di noi può considerarsi ragionevolmente al riparo da questo rischio: non siamo indipendenti, non decidiamo noi le nostre regole da seguire.
Ci sarà sempre la possibilità che qualcuno, altrove, decida che le nostre regole non sono conformi e verrà a darci lezioni di nuove regole, a suon di bombe, a casa nostra, nel nostro cortile.”
Sono parole di Daniele D’antonio che dal 2010 sta portando avanti un progetto fotografico denominato M.I.M.B.Y. – Maybe In My BackYard.
Questo progetto riprende i metodi di visualizzazione delle guerre contemporanee e li trasferisce a Torino, in un ipotetico scenario di conflitto, coinvolgendo le persone e il territorio della città.
L’obiettivo del progetto è il tentativo di restituire l’orrore della guerra, sia pur con le forme visuali della guerra comunicata dai media, portandola dentro i luoghi del nostro quotidiano, rendendoci partecipi di una guerra possibile, già oggi visualizzabile e credibilmente verosimile.
La prima puntata di M.I.M.B.Y era l’attacco a bassa quota da parte di elicotteri da combattimento, ripreso con visori a raggi infrarossi, dei punti simbolo della città: le fabbriche, le abitazioni, i monumenti, la storia e, infine, la Mole Antonelliana, ad indentificare tutta la città.
Nella seconda puntata di M.I.M.B.Y, sempre con le medesime modalità di rappresentazione, ho portato la guerra nelle strade di uno dei più poveri quartieri di Torino, Barriera di Milano, con un attacco di un commando di truppe d’elìte per le strade e rappresaglie sui civili.
La terza puntata di M.I.M.B.Y. ha avuto come ubicazione il ritorno della guerra negli ultimi luoghi che hanno visto la guerra in Italia, le Langhe con la Resistenza, affiancando immagini uguali, le une rappresentate con i segni del tempo e le altre con le visioni contemporanee.
La quarta puntata di M.I.M.B.Y. verrà inaugurata venerdì 6 aprile 2018 presso il MAU – Museo di Arte Urbana di Torino, e questa volta vedrà l’attacco dal cielo di droni con il compito di killer e bombardamento chirurgico, con la possibilità di avere da parte dei visitatori un instant targetting delle proprie abitazioni da parte di un drone nemico. E’ l’astrazione definitiva del senso dell’umano dal teatro di un conflitto.
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