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Cronaca

Professoressa ai poliziotti durante il corteo antifascista a Torino: “Dovete morire”. Renzi”: Da licenziare” – Video –

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il mio atteggiamento “non è sbagliato perché io mi potrei trovare, fucile in mano, a lottare contro questi individui”. Non si pente delle sue parole, Lavinia Flavia Cassaro,  la professoressa che si è scagliata contro i poliziotti durante

 il corteo antifascista organizzato a Torino la scorsa settimana in opposizione all’iniziativa elettorale di Casapound e che ha ha gridato ai poliziotti “Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”.

In una intervista al programma televisivo Matrix ha spiegato che “ho augurato la morte ai poliziotti perché in questo momento stanno proteggendo il fascismo”.

 

Per contro in studio il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha commentato: “Un’insegnante che incita la morte contro i poliziottiandrebbe licenziata subito”.

Non è mancata la risposta dell’insegnate che su Facebook dice: “Meno male che Renzi c’èeeeee! Lei, caro Matteo, ancora si affanna per cercare di sembrare un sincero democratico di sinistra? Licenziamento immediato per un’insegnante (antifascista), giustamente delusa dal sistema statale, per il vilipendio quotidiano nei confronti della Costituzione, per le connivenze, ma soprattutto le pratiche fasciste, in questo Paese”.

Sul profilo dell’insegnante, poi, qualcuno ha commentato così la sua foto:

Ti scrivo un commento letto sotto il tuo raccapricciante video scritto da una ragazza figlia di uno di quelli a cui augurato la morte. Spero tu possieda l’umanità per capire queste parole, a me hanno commosso.

“Cara professoressa, ti parla la figlia di un appartenente alle forze dell’ordine. Tu che gli urli “dovete morire”, vedi ogni volta che mio padre si allaccia gli anfibi e si chiude il cinturone ho davvero paura che qualcuno lo faccia morire. Forse tu non sai cosa vuol dire. Tu non sai cosa vuol dire vivere di turni, vivere di imprevisti, di compleanni in cui nelle foto ci sono tutti: tranne lui. Del pranzo di Natale che diventava freddo a forza di aspettarlo. Del cuscino vuoto accanto a mia madre. Del freddo, del sonno, del sangue sulla strada, degli insulti che gente come te ogni giorno rivolge a chi indossa una divisa. Cara professoressa, hai mai provato ad accarezzare la stoffa della giacca di un poliziotto o di un carabiniere? Sai non è di un cotone morbido, non è il lusso che tutti credono che lo Stato regali a quegli uomini e a quelle donne in divisa. Cara professoressa, tu sai che mentre auguravi a quei ragazzi la morte a casa c’erano i loro bambini che si erano appena addormentati che si aspettavano di vedere i loro papà il giorno dopo come tutti i giorni? Lo sai che c’erano madri, fidanzate e mogli che in quel preciso momento stavano pensando a loro? E stavano pensando se magari potevano avere troppo freddo là fuori? Non sono dei mostri come li dipingete. Ma sono persone. Le stesse persone che chiamate a tutte le ore se avete bisogno di aiuto, e loro anche se voi gli augurate le morte vengono ad aiutarvi: perché hanno giurato di esserci, e quella divisa che tanto odiate rappresenta anche questo. C’è chi della propria divisa ne fa un abuso, come ovunque c’è la mela marcia e sono concorde nel punirlo adeguatamente secondo le leggi, ma non per questo bisogna augurare il male a tutti coloro che indossano una divisa. Perché io nonostante tutto non auguro del male a nessuno e mai lo farò, perché mi hanno insegnato il rispetto per la vita di tutti.Così, cara prof, ora vai e guarda negli occhi tuo padre e tuo marito/compagno/ fidanzato che sia (se ne hai uno), guardali negli occhi e cerca solo di immaginare cosa si possa provare: a sapere che tanta gente come te augura la morte a quegli uomini che per noi sono la vita.”

Sui fatti è intervenuto anche il sindacato Cub scuola. Che spiega:  “Forse il suo è stato un comportamento fuori luogo, ma è evidente che, in questo caso, vi è stato chi, si pensi a Renzi ma non è stato il solo, ha cercato di utilizzare la vicenda a fini di propaganda elettorale. Si tratta di una pesante intromissione della politica in una situazione che non ha bisogno di enfatizzazioni, ma di equilibrio. Depositatosi il polverone attuale si potrà affrontare la situazione nei suoi termini reali”.

AGGIORNAMENTO: è stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti della professoressa.

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