Lavoro
Dopo tre anni di cig stipendio tagliato di un terzo per i dipendenti della ex Seat
Brutta sorpresa per i dipendenti della ex Seat, oggi Italiaonline, che, dopo tre anni di cassa integrazione a zero ore, si sono trovati la prima busta paga tagliata di un terzo. Italiaonline, infatti, che ha acquisito Seat, spiega Repubblica, ” ha immediatamente trattenuto le rate del prestito che aveva concesso ai dipendenti, d’accordo con i sindacati, per alleggerire il taglio dei compensi nel periodo di cassa” anche se, spiegano i sindacati, in precedenza si era stabilito che “con un contributo “una tantum”, la proprietà avrebbe, nei fatti, cancellato il debito”.
Il 2 ottobre Andrea Fascetti, direttore del personale ha spiegato:”Di qualsiasi importo erogato a titolo di prestito ai lavoratori sospesi è stata chiesta la restituzione proprio per la natura del prestito. Contestiamo e neghiamo che sia mai stata concordata l’erogazione di importi a ristoro della restituzione, come da voi sindacati infondatamente e incautamente asserito”.
“Apprendiamo dalla stampa di “presunte irregolarità contabili per gonfiare i conti” commesse da Italiaonline all’atto della fusione con Seat PG. E’ del tutto evidente che attenderemo l’esito delle indagini di CONSOB e del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza in merito, tuttavia non possiamo esimerci dal sottolineare che da tempo segnaliamo al MISE, garante dell’accordo sulla Cassa Integrazione per ristrutturazione in essere, la necessità di fare verifiche approfondite sulla reale situazione dell’azienda.”“Viste le situazioni e le imminenti chiusure di bilancio, e dopo il maxi dividendo del 2017, chiediamo nuovamente spiegazioni ed interventi preventivi, qualora fosse in itinere una nuova erogazione di tale natura.“I sindacati – conclude la nota – chiedono un incontro urgente al Mise per ottenere garanzie per la tutela occupazionale di tutte le sedi in cui sono coinvolti i lavoratori e le lavoratrici dalla cassa integrazione a rotazione e/o a zero ore; un’immediata chiarezza sulle presunte irregolarità commesse da IOL; la verifica puntuale sugli investimenti in cui l’azienda si era impegnata presso il tavolo ministeriale e con l’accordo in essere, un piano serio di rilancio della società.”
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