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Cultura

La politica torinese si schiera in difesa del direttore dell’Egizio contro le minacce di Fratelli d’Italia

Gabriele Farina

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Le minacce di Fratelli d’Italia (“Quando andremo al governo cacceremo Christian Greco dal Museo Egizio“) hanno sollevato l’intera politica torinese (e naturalmente il mondo della cultura) in difesa del direttore dell’Egizio e della sua campagna promozionale per i cittadini di lingua araba.

L’assessore alla cultura della Regione Antonella Parigi, quella del comune Francesca Leon, il presidente della Regione Sergio Chiamparino, uniti hanno difeso la professionalità di Greco, che peraltro sta guidando il Museo nel suo momento di massimo splendore con iniziative continue, rivolte a tutti ed ha con forza voluto che gli egittologi del Museo tornassero sul campo.

E’ bene ricordare che la campagna tanto contestata (che non è una novità di quest’anno) è solo una delle tante indirizzate alle varie categorie e punta ad avvicinare il mondo di lingua araba al Museo Egizio semplicemente perchè i dati hanno dimostrato di una minore partecipazione da parte di questa fetta di popolazione.

E’ anche bene ricordare che la minaccia di Fratelli d’Italia, arrivata dopo l’improvvisato incontro pubblico tra Meloni e Greco, non è attuabile, visto che il Ministero esprime uno solo dei cinque membri del Consiglio di Amministrazione del Museo, che risponde principalmente alla Regione Piemonte.

Parole di solidarietà arrivano anche dalla Presidente Evelina Christillin e dal Consiglio di Amministrazione che, spiegano in un comunicato,

esprimono al Direttore Christian Greco solidarietà e piena condivisione per la gestione dell’istituzione e le operazioni culturali condotte a partire dalla sua nomina.
La Direzione ha dimostrato di aver saputo trasformare il Museo Egizio in un grande ente di ricerca grazie all’implementazione della squadra e a molteplici attività che vanno dallo scavo alla pubblicazione di una rivista scientifica in collaborazione con musei, università e enti di ricerca di fama mondiale.
Al contempo, vi sono sempre state attente scelte economiche e gestionali e una particolare sensibilità verso la fruizione da parte del pubblico, che hanno portato il Museo a un più alto livello di professionalizzazione e a scalare le classifiche nazionali e internazionali di gradimento.
La Direzione ha intrapreso numerose attività di inclusione sociale che fanno parte del progetto “Il Museo fuori dal Museo”, per radicarlo nel territorio e nella società civile: a titolo esemplificativo, questo include visite da parte dello staff a coloro che non possono recarsi nelle sale museali (ospedali e carceri); avvicinamento delle fasce più giovani con attività dedicate a scuole e la tariffa universitaria a 4 € per gli studenti universitari, di recente introduzione.

A queste e ad altre numerose iniziative si aggiunge uno sconto dedicato, per tre mesi, ai visitatori di lingua araba, scelta culturale dichiaratamente inclusiva.
Il Consiglio ricorda che l’Egitto è il luogo di provenienza delle collezioni e che, come spesso ripete il Direttore, questa istituzione “ha l’onore e l’onere di custodire un patrimonio culturale che è di tutti e la cui accessibilità è una priorità assoluta e una precisa responsabilità di chi lo gestisce in piena ottemperanza all’art. 9 della Costituzione italiana”.

A fronte delle dichiarazioni di cui sopra e in seguito alle recenti polemiche, il Consiglio di Amministrazione e la Presidente Evelina Christillin rinnovano il pieno e unanime consenso all’azione del Direttore Christian Greco e ricordano che, in base allo statuto vigente della Fondazione, spetta al solo Consiglio di amministrazione “nominare e revocare il direttore a maggioranza assoluta dei suoi componenti, sentito il parere del Comitato scientifico” (art. 9).
La Presidente Evelina Christillin aggiunge infine: “sostengo totalmente ogni iniziativa del Direttore Christian Greco, con cui da quattro anni condivido quotidianamente idee, progetti e attività. La stima e l’affetto che mi legano a lui sono assoluti, ed è un onore e un piacere condividere lo sviluppo che il Museo Egizio conosce dal giorno del suo arrivo. Il concorso internazionale con cui è stato scelto, con professionalità e trasparenza, testimonia come in Italia il merito possa ancora venire premiato, e i risultati finora ottenuti lo dimostrano con chiarezza”.

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