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Alle Molinette di Torino la diagnosi precoce dell’Alzheimer fatta con gli occhiali o con lo smartphone
La diagnosi precoce dell’Alzheimer fatta con occhiali avveniristici o con il semplice smartphone. Dalle prossime settimane l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino per la prima volta sarà il capofila del Progetto internazionale My-AHA.
Numero di casi in Piemonte
In Italia si calcola che sono affette circa 1,3 milioni di persone: il Piemonte, poi, è tra le prime 5 regioni italiane con il maggior numero di over 65 (il 24,5% della popolazione). Nella nostra regione è stato stimato che su 1000 persone sopra 65 anni, 33 sono affette da una forma di demenza, dato in crescita visto il progressivo invecchiamento della popolazione.
Delle nuove indagini diagnostiche, delle terapie mediche attuali e futuribili, di sostenibilità economica del sistema, ma anche di comunità a dimensione di paziente affetto da demenza, le cosiddette “comunità / città Alzheimer friendly”, si parlerà approfonditamente giovedì 18 gennaio 2018, nell’Aula Magna dell’ospedale Molinette (corso Bramante 88) in un Convegno intitolato “Il malato di Alzheimer: la sua presa in carico dal laboratorio al territorio”, organizzato dalla dottoressa Maria Claudia Vigliani, neurologa del Dipartimento di Neuroscienze della Città della Salute di Torino.
Progetto My-AHA
Il Dipartimento di Neuroscienze della Città della Salute e dell’Università di Torino prende parte in qualità di capofila del Progetto My-AHA (My Active and Healthy Ageing), coordinato dal professor Alessandro Vercelli, che riunisce numerosi Istituti di ricerca ed aziende di Information e Communication Technology, tra cui l’Istituto Boella di Torino, sia europei sia extraeuropei, giapponesi, australiani e coreani.
Nell’ambito del progetto verranno reclutati 600 pazienti nel mondo, dei quali 80 alle Molinette di Torino, dal professor Innocenzo Rainero. A partire dalle prossime settimane nei soggetti reclutati si valuterà mediante moderni e rivoluzionari devices il rischio di Alzheimer e di decadimento cognitivo, psicologico, fisico e sociale.
Ad esempio, indosseranno occhiali della ditta giapponese MEME, in grado di registrare i movimenti del corpo e del capo, valutando, grazie ad un giroscopio ed un accelerometro, il grado di equilibrio del soggetto nello spazio. Altri sensori sulle stanghette registreranno anche i movimenti oculari, che si modificano con l’età e con la patologia.
La qualità del sonno di questi stessi soggetti verrà monitorata grazie all’applicazioni di bande della ditta tedesca Medisana, poste sul materasso. Gli smartphone di uso quotidiano saranno muniti di giochi di memoria, messi a punto specificamente per questo studio, giochi che il soggetto sarà in grado di autosomministrarsi per testare lo stato della memoria, dell’orientamento e la capacità di risolvere problemi più o meno complessi.
Lo smartphone raccoglierà i dati di tutta la strumentazione e li invierà ad un sistema in grado di riconoscere eventuali peggioramenti nel tempo. Di tutti i soggetti, metà saranno solo monitorati nel tempo, l’altra metà invece beneficerà di un intervento di stimolazione motoria, psicologica, cognitiva e sociale, grazie all’uso degli stessi apparecchi. Al termine dello studio sarà possibile definire con maggior chiarezza l’utilità delle nuove tecnologie nella diagnosi precoce, nell’invecchiamento in salute e nella prevenzione del decadimento dell’anziano.
Nel corso della giornata verranno affrontati i diversi temi legati al miglioramento del trattamento dei soggetti affetti da demenza, si parlerà di ciò che si sa sulla genesi della malattia, dei fattori predisponenti e di come possano essere modificati, delle tecniche più avanzate di laboratorio e di medicina nucleare per la diagnosi precoce, si farà il punto sulla ricerca farmacologica e le difficoltà che incontra, ma anche sulla riabilitazione cognitiva.
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