Cronaca
La parola “Balengo” finisce in tribunale in un processo per diffamazione
La parola “balengo”, termine dialettale piemontese utilizzato a volte come insulto, a volte come sfottò, finisce in tribunale a Torino nell’ambito di una causa giudiziaria che vede come parte lesa un esponente del movimento No Tav e riguarda un fascicolo per diffamazione a mezzo Facebook.
La procura, che ha chiesto l’archiviazione, ha tentato di retrocederla a “termine scherzoso”. La causa riguarda anche altre espressioni utilizzate nel post di Facebook quali “banda di briganti” e “imbrattacessi”, che nelle intenzioni dell’autore (è stato detto) era una poesia satirica.
Per contro, però, un gip ha ordinato di procedere al rinvio a giudizio dell’imputato.
La procura aveva cercato di sdoganare la parola: durante la discussione, infatti, aveva effettuato ricerche sull’etimologia della parola, rimandi all’Accademia della Crusca e a dizionari storici, citazioni di frasi estrapolate dal repertorio – tra gli altri – di Ennio Flaiano, Cesare Pavese e Luciana Littizzetto.
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