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Cultura

Devil’s Twins, intervista con Manuela Chiarottino

Gabriele Farina

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Una Torino silenziosa e spettrale fa da sfondo a Devil’s Twins, romanzo scritto a quattro mani di Manuela Chiarottino e Lidia Calvano. Alessandro e Antonella sono due gemelli che hanno sempre vissuto molto legati. Quando la ragazza decide di staccarsi dal fratello finisce per trovarsi invischiata in una torbida vicenda di tarocchi e sette sataniche, un mondo che vive nell’animo della città.

Intanto un misterioso killer uccide ricreando storiche morti che fanno parte delle leggende cittadine… e lasciando una carta dei tarocchi sul luogo dell’omicidio. Trovate qui la recensione completa del libro.

Manuela Chiarottino ha risposto alle nostre domande.

Due gemelli, una Torino avvolta dal mistero, tarocchi, un killer che uccide ricostruendo omicidi del passato. Come è nata l’idea di questo romanzo?

Avevo svolto delle ricerche su alcune vicende storiche di Torino da cui sono nate leggende, storie di fantasmi e misteri irrisolti, per un progetto che poi non è mai andato in porto. Questo materiale, chiuso nel cassetto, continuava a reclamare di uscire. Un giorno, rileggendo le mie annotazioni, ho scoperto che il palazzo dove si trova il Portone del Diavolo è stato sede, nel 1600, della Fabbrica dei Tarocchi. Le rotelle hanno iniziato a girare e mi è venuta l’idea di un noir ambientato a Torino legato ai tarocchi e ai misteri della città.

Il romanzo è scritto a quattro mani con Lidia Calvano. Come vi siete divise il lavoro?

Ho proposto a Lidia di partecipare perché, oltre ad averla conosciuta e apprezzata come autrice, sapevo della sua passione per i tarocchi. Lei ha curato le parti relative alle carte e io, essendo lei di Roma, quelle che descrivono Torino, mentre per il resto ci siamo divise i capitoli, passandoci il testo da una all’altra come una partita di ping pong.

Nel romanzo c’è molto esoterismo, mistero, toni noir e thriller. C’è però anche molta sensualità e non mancano dettagli di incontri sessuali. Che importanza ha questo aspetto nella vicenda?

Quando abbiamo deciso di scrivere questo romanzo abbiamo scelto un mood noir ed erotico perché mistero, magia, delitti ed erotismo erano tutti elementi che si fondevano perfettamente insieme, creando la giusta atmosfera per la nostra storia. D’altra parte i riti satanici sono spesso associati al sesso, la cosiddetta magia sessuale non è che un qualsiasi rituale che usa il sesso per scopi mistici spirituali, nella convinzione che l’energia scaturita dal piacere sia una delle forze più potenti possedute dagli esseri umani. Nella storia il sesso è seduzione, è magia e naturalmente è amore.

Sullo sfondo una Torino silenziosa, quasi spettatrice. Qual è il tuo rapporto con la città?

Io sono nata e vivo in provincia, ma per lavoro ho passato molti anni a Torino e ho imparato ad amarla. Trovo sia una città ricca di fascino, che possiede, oltre alle cose che tutti conosciamo, tanti dettagli semi nascosti o poco noti, davvero belli e interessanti. Basta fare una passeggiata per le vie principali e osservare i portoni, sbirciare nei cortili, alzare lo sguardo verso i palazzi.

A chiudere il libro ci sono tre tuoi racconti che romanzano tre storici fatti di sangue torinesi a cui il Devil’s Twins è strettamente legato…

Sempre per quel progetto poi naufragato, avevo già preparato diversi racconti che parlavano di fatti storici e leggende della città in chiave romanzata. Prima delle mie ricerche alcuni li conoscevo già, ma altri sono stati una vera scoperta e ho pensato che poteva essere interessante offrirli al lettore, anche per approfondire alcuni accenni inseriti nella storia.

La mia ultima classica domanda. Immagina una trasposizione cinematografica del romanzo. Quali attori ti piacerebbe veder interpretare i tuoi personaggi?

Difficile. Allora, per interpretare i gemelli direi Blake Lively come Antonella, Douglas Booth come Alessandro, ma anche l’italiano Gabriele Rossi lo vedo nella parte. Per Brando… Luca Argentero, perché no? E infine l’attore Benicio del Toro come Ennio. Sogniamo alla grande.

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