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Cronaca

Incendi: la Regione Piemonte chiede lo stato di calamità

Redazione Quotidiano Piemontese

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La Giunta regionale ha formalizzato, durante la riunione del 27 ottobre, l’avvio della procedura di richiesta dello stato di calamità nelle zone colpite dagli incendi boschivi e disposto la copertura finanziaria per garantire la continuità dell’uso dei mezzi aerei di soccorso. La situazione rimane infatti dramamtica.

“Purtroppo non si vede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino alla settimana entrante, che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone”, ha affermato il presidente Sergio Chiamparino, che ha anche chiesto alle forze dell’ordine “un’attenzione anche nella fase di prevenzione, perché c’è il sospetto che questa situazione possa dare adito a gesti dolosi che possono aumentare il fronte di intervento”.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, Chiamparino ha dichiarato che “è evidente che, bruciando boschi su aree così vaste, gli effetti si sentono e provocano sensazioni sgradevoli e comprensibili preoccupazioni nella popolazione. Ma l’Arpa sta monitorando la situazione, e dal momento che brucia materiale vegetale non c’è propagazione di sostanze tossiche. Non sottovalutiamo gli effetti, ma il monitoraggio è attivo e costante”.

L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha dal canto suo sostenuto che “le analisi effettuate permettono, al momento di escludere rischi per la salute. Occorre però rilevare che se, sulla base dei rilievi dell’Arpa, si evidenziassero pericoli, l’Asl TO3 proporrà senza indugio ai sindaci gli interventi necessari. I tecnici del Dipartimento Prevenzione dell’Asl TO3 verificano se e come il fuoco e il ristagno dell’aria, nelle attuali condizioni atmosferiche, possano comportare influenze negative sulla salute della popolazione”.

Il fronte complessivo di fuoco è lungo decine di chilometri e finora sono bruciati migliaia di ettari di bosco nel Pinerolese e nelle valli Stura, Varaita, Susa e nel Canavese. Le forze di intervento operano con il criterio di isolare l’incendio. “Le priorità di intervento riguardano l’incolumità delle persone, delle case, delle infrastrutture, degli animali e infine del bosco – ha ricordato il presidente – L’operatività è decisa dalla centrale operativa sulla base di criteri tecnici e di contesto, in ottica di gestione dell’evento, non in base a richieste politiche o amministrative. Sindaci e comunità devono avere la tranquillità di essere in mano a un sistema integrato e coordinato che ha sempre funzionato, sta funzionando e funzionerà”.

Dal 10 ottobre – quando è cominciato lo stato di massima allerta – sono state impiegate più di 2.000 unità di personale e più di 500 mezzi. Al momento attuale sono 2200 i volontari Antincendi boschivi presenti in zone, oltre a Vigili del Fuoco e Protezione civile, impiegati su tre turni giorno e notte.

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