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Cultura

Torino che non è New York, intervista con Renzo Capelletto

Gabriele Farina

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E’ da poco in libreria per i tipi di Neos Edizioni Torino che non è New York, una piccola raccolta di racconti firmati da Renzo Capelletto che sono un vero e proprio omaggio alla città e ai torinesi. Col libro c’è inoltre un cd di Enzo Maolucci,  dal titolo omonimo, che raccoglie cinque pezzi anch’essi dedicati a Torino, ai suoi luoghi, ai suoi bar, alla sua gente.

I racconti di Capelletto sono tenuti insieme dal personaggio del cavalier Panfilo, pensionato che ha visitato New York e che si è accorto come la sua Torino non abbia nulla da invidiare alla Grande Mela. Così decide di girare la città in tram, sempre accompagnato dal libro di racconti scritto da un caro amico. Ogni tappa un racconto.

E quelli di Capelletto sono racconti ironici, divertenti, surreali, a tratti grotteschi. Racconti che puntano gli eccessi, le illusioni, la saccenza dei protagonisti… che non sono protagonisti troppo lontani dalla realtà. Tutt’altro. Trovate qui la recensione integrale del libro.

Renzo Capelletto ha risposto alle nostre domande.

Una serie di racconti completamente dedicati a Torino, tenuti insieme proprio da un viaggio (rigorosamente in tram) tra i luoghi della città. Una dichiarazione d’amore per la tua Torino?

Certamente una dichiarazione d’amore per la mia Torino, così come è sempre stato con i miei precedenti libri: “Sala rossa” ed anche “Giallo polenta” e “Black pepper”, gli ultimi due scritti a quattro mani con Bruno Gambarotta.
D’altra parte Torino per me è una dolcissima amante che merita quotidiane prove d’affetto, anche dopo tanti anni passati insieme, come la migliore delle mogli.

I racconti però, più che su Torino, sono centrati su personaggi particolari. Un po’ folli, quasi sempre estremi, ma mai troppo lontani dalla realtà…

Solo all’apparenza non hanno un nesso diretto con Torino: in realtà Torino è popolata da tantissimi personaggi da cui traggono ispirazione gli eroi fantastici dei miei racconti pazzerelli. Un misto di realtà e fantasia: chi volesse riconoscersi a tutti i costi peccherebbe di presunzione.

Tra tutti i racconti (se non ho fatto male i conti sono 16 più il viaggio del cavalier Panfilo) ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionato?

Si, l’ultimo che ho scritto. Peccato che io non ricordi minimamente qual è stato. L’ordine è stato stabilito dal severo Editor.

E poi c’è la curiosa idea di allegare al libro un cd. Cinque perzzi di Enzo Maolucci tutti dedicati a Torino. Com’è nato questo abbinamento?

Siamo in tre a parlare di Torino. Io con i miei racconti strampalati. Enzo Maolucci con le sue canzoni ever green ed infine Enzo Gagliardino, pittore metropolitano ormai affermato ache a livello internazionale, autore del quadro da cui è tratta la copertina. Chissà se in tre siamo riusciti a dire qualcosa.

Ma davvero Torino non ha nulla da invidiare a New York?

Forse, ma in questo momento non mi viene proprio in mente. E se fosse New York a dover invidiare Torino?

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