Ambiente
‘Cit ma bun’: a Torino un progetto di raccolta di piccoli beni da avviare al riuso
“Cit ma bun”, in piemontese piccolo ma buono, è un progetto di economia circolare che nasce sul territorio dell’area metropolitana torinese per rintracciare, recuperare e avviare al riutilizzo tutti quegli oggetti di piccola e media dimensione che sono ancora utilizzabili, ma che solitamente rimangono depositati e impolverati per anni nei cassetti, nelle cantine o negli sgabuzzini, finendo spesso la loro vita tra i rifiuti non recuperabili di qualche discarica, che viene così ulteriormente ingrandita, a danno (economico e ambientale) della collettività. Ideato nel 2014 dalla Cooperativa Sociale Triciclo, ora è stato riattivato grazie al supporto del “Tavolo del Riuso”, costituitosi a Torino lo scorso giugno.
“Cit ma bun”: ecco come funziona
Chiunque può invece diventare “campione del riuso”, aderendo al progetto “Cit ma bun” e impegnandosi a formare un gruppo – tra i propri amici, colleghi di lavoro e parenti – che possa riempire almeno 10 cassette di beni usati: i “box del riuso”, forniti a domicilio dalla Cooperativa Triciclo, che si occuperà anche del ritiro, non appena il referente del gruppo comunichi l’avvenuto riempimento.
Gli oggetti che possono essere conferiti sono di qualsiasi tipologia, purché in uno stato di conservazione che ne consenta il riutilizzo e di dimensioni adeguate al contenitore di raccolta: soprammobili, giocattoli, casalinghi, telefonini, piccoli elettrodomestici, vasellame, pentole, libri, quadretti, vestiti, ecc. Sono da escludere solo i generi alimentari, i materiali pericolosi, le pile e ogni altro oggetto troppo grande per entrare nella cassetta.
Una volta ritirati (di solito entro due settimane dalla consegna) gli oggetti verranno trasferiti nell’area gestita da Triciclo presso l’Ecocentro di Via Arbe, a Torino, dove gli operatori della cooperativa li controlleranno e selezioneranno individuando la strada migliore per dar loro una seconda vita: il riuso tramite la vendita nei mercati gestiti dalla cooperativa o il riutilizzo tramite la trasformazione in laboratori specializzati di falegnameria, sartoria, riparazione e creazione di oggetti di design. Nell’eventualità, al contrario, che alcuni materiali inseriti nei box non siano recuperabili, l’iter sarà quello di un corretto smaltimento differenziato presso l’ecocentro AMIAT affinché siano avviati ad un adeguato processo industriale di riciclo.
La raccolta prosegue
Nelle prime settimane successive al lancio della “seconda edizione”, l’iniziativa “Cit ma bun” ha riscosso un ottimo successo, grazie anche alla diffusione virale sui social networks e all’adesione spontanea di numerosi cittadini, che ne sono diventati “ambasciatori” presso le proprie cerchie di contatti: dagli amici del tennis, a gruppi di runners, GAS ecc. Ora i promotori puntano anche al settore del co-housing, per coinvolgere i condomìni, e alle residenze universitarie, che potrebbero rivelarsi un terreno fertile di raccolta.
Il progetto, attivo fino a fine ottobre 2017 sul territorio di Torino e della “prima cintura” metropolitana ha l’ambizione di diventare una buona pratica replicabile sul territorio nazionale, grazie anche al supporto del Tavolo del Riuso, un soggetto aggregatore di competenze ed esperienze specifiche nel campo del riuso e del riutilizzo.
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