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La mensa del Cottolengo chiude per 2 mesi, ecco come saranno riorganizzati 300 dei 500 pasti quotidiani

Redazione Quotidiano Piemontese

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A partire da lunedì 4 settembre 2017 e per almeno otto settimane la mensa per i poveri del Cottolengo dovrà chiudere e realizzare alcune urgenti opere di ristrutturazione. Ordinariamente sono oltre 500 gli ospiti che ogni giorno, dal lunedì al sabato, vengono serviti per un totale annuo di oltre 160.000 pasti distribuiti in modo totalmente gratuito e senza sovvenzioni pubbliche.

Per garantire la continuità del servizio ad almeno 300 degli ospiti usuali, quelli che non riuscirebbero in proprio a trovare una alternativa temporanea, è stato predisposto con gli enti citati un piano straordinario coordinato dalla Caritas Diocesana di Torino. Secondo un protocollo condiviso, gli utenti della mensa di via Vittorio Andreis 26 – già contattati personalmente e accompagnati dagli operatori del Cottolengo – sono stati indirizzati verso le mense del Convento Sant’Antonio da Padova (via Sant’Antonio da Padova 7), della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù (via Carlo Giovanni Brugnone 3), della Parrocchia Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (via Netro 5), della Parrocchia San Giuseppe Cafasso (corso Grosseto 72) e alla mensa serale Spazio d’Angolo (via Capriolo 14 bis) che nei due mesi aprirà anche a pranzo. Alcune persone andranno a pranzo presso la RSA Principe Oddone grazie all’azione di collegamento della Associazione Terza Settimana. Infine l’Arcivescovo di Torino – Mons. Cesare Nosiglia – ha messo a disposizione un locale dello stesso palazzo arcivescovile (via dell’Arcivescovado 12 C) che, arredato con l’intervento del Centro Servizi per il Volontariato torinese Vol.To, ospiterà per il pranzo 51 persone, servite da volontari del SERMIG e da collaboratori stretti della stessa Caritas Diocesana. Il servizio nelle mense viene garantito gratuitamente dai volontari ampliando la disponibilità circa gli orari di apertura. I pasti verranno forniti già cucinati da GMI Servizi s.r.l., società già convenzionata con la Città di Torino: primo, secondo, contorno, pane ed acqua con menù vario.

La situazione emergenziale sarà anche occasione per migliorare le prassi operative delle mense solidali. Soprattutto grazie ad un intervento specifico di Compagnia di San Paolo
verrà implementato un sistema informatico di coordinamento tra operatori e di registrazione degli ospiti creato dalle Caritas Diocesane della regione e messo gratuitamente a disposizione degli enti caritativi. Inoltre, con la mediazione della Città di Torino, verranno sperimentati all’interno delle mense alcuni percorsi di inclusione e cittadinanza attiva per persone in situazione di povertà grave o relativa.

I fondi per far fronte alla necessità di fornire perlomeno 20.000 pasti si aggirano tra i 100.000 e i 130.000 euro totali. L’invito da parte dell’Assessore al welfare Sonia Schellino finalizzato al reperimento delle suddette risorse ha trovato una connessione sinergica con le azioni già avviate dalla Compagnia di San Paolo sulla questione nel quadro delle proprie linee di intervento – volte al contrasto della povertà tramite l’attivazione di reti di prossimità per il soddisfacimento dei bisogni primari, in primis alimentari, concretizzatesi con il bando Fatto per Bene e con il sostegno annuale all’attività istituzionale del Banco Alimentare del Piemonte, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino – in aggiunta al sostegno da tempo assicurato in via continuativa al già citato Banco Alimentare del Piemonte e all’affiancamento ordinario ad alcune mense di carità e ad organizzazioni di volontariato per la gestione della refezione e delle “borse alimentari”, e con le linee progettuali della Fondazione Specchio dei Tempi. L’Arcivescovo di Torino e lo stesso Assessorato del Comune di Torino hanno stanziato risorse proprie da utilizzare per raggiungere la cifra necessaria in caso di necessità o di forzato prolungamento dell’azione.

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