Ambiente
Arpa Piemonte: a Saluggia nessun rischio dopo la perdita di acqua di raffreddamento
Dopo il sopralluogo dei suoi tecnici presso l’impianto Eurex di Saluggia dove si è verificata una anomalia, Arpa Piemonte sostiene ch l’evento ha avuto una portata limitata e senza conseguenze in termini di rischiper la popolazione e significative contaminazioni dell’ambiente. Si attendono però i risultati delle analisi effettuate sui campioni prelevati.
Il Comunicato di Arpa Piemonte
Oggi, 6 luglio 2017, tecnici di Arpa Piemonte, in collaborazione con ISPRA, hanno effettuato un sopralluogo presso l’impianto Eurex di Saluggia dove si è verificata una anomalia che ha interessato il sistema di raccolta degli effluenti liquidi prima del loro rilascio ambientale nel fiume Dora Baltea.
Verificato che l’anomalia ha avuto una portata limitata, senza conseguenze in termini di rischi per la popolazione e significative contaminazioni dell’ambiente, si è proceduto a prime rilevazioni ambientali che proseguiranno nella giornata di domani, con il prelievo di campioni, al fine di caratterizzare in modo completo dal punto di vista radiometrico l’area interessata dall’evento.
Seguiranno aggiornamenti quando saranno disponibili i risultati delle analisi effettuate sui campioni prelevati nel corso dei sopralluoghi di questi due giorni.
Si precisa che, oltre alle attività puntuali e straordinarie, come quelle messe in atto per l’evento verificatosi nella giornata di ieri, il sito è oggetto storicamente di uno specifico monitoraggio radiologico da parte di Arpa Piemonte, che consente di intercettare eventuali contaminazioni e rilasci di sostanze radioattive in ambiente.
Arpa Piemonte sul suo sito riporta anche storicamente che
Il comprensorio nucleare di Saluggia è situato sulla sponda sinistra del fiume Dora Baltea e può essere suddiviso in due aree separate: nella prima è insediato l’impianto EUREX-SO.G.I.N. all’interno del Centro ricerche dell’ENEA, mentre nella seconda sono insediati il Deposito Avogadro e il Complesso Sorin.
Nella zona – caratterizzata da un’alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale e soggetta ad un forte rischio di inondazione – a partire dal 1996 è stata rilevata contaminazione da Co-60 in alcuni campioni di suolo e in un pozzo di cascina. Successivamente, a partire dal 2006, è stata rilevata nella falda acquifera superficiale una contaminazione diffusa da Sr-90, Co-60, H-3 e Cs-137. Questa situazione, benché non si siano mai configurati rischi per la popolazione, ha destato allarme a causa della presenza del campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato situato circa un km a valle del Comprensorio.
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