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Cronaca

Truffavano anziani fingendosi nipoti, arrestati a Novara

Redazione Quotidiano Piemontese

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I carabinieri di Verbania, in collaborazione con quelli di Novara, hanno tratto in arresto due persone, colpite da Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Verbania poiché responsabili di associazione a delinquere di carattere transnazionale dedita in modo seriale alle truffe ai danni di anziani.

Le indagini avevano avuto inizio a seguito di due truffe consumate nel mese di settembre 2016 a Domodossola e Mergozzo, attraverso una certosina opera di raccolta di elementi minimali sui luoghi dei delitti che hanno permesso di accertare gravi indizi di colpevolezza a carico di Davide Kopacz, 38 anni, e Angelo Lakatosz, 27 anni, entrambi residenti a Novara.

In particolare gli indagati unitamente ad altri individui al momento non identificati facevano parte di un sodalizio di carattere transnazionale operante tra Italia Germania e Polonia che attraverso l’utilizzo di “telefonisti” non identificati poiché dislocati all’estero, contattavano persone anziane alle quali carpivano in maniera fraudolenta le informazioni necessarie, dichiarando falsamente di essere nipoti/figli della vittima, precisando subdolamente di avere un urgente bisogno economico. I “telefonisti” inducevano le vittime a ritenere di parlare con un proprio parente e le convincevano a consegnare somme in denaro o oggetti preziosi in oro a persone incaricate dai sedicenti parenti che si presentavano presso le abitazioni delle vittima.

Oltre ad attuare una serie di procedure oramai standardizzate e collaudate, erano particolarmente accorti a non lasciare tracce della loro presenza sui luoghi dei delitti utilizzando utenze cellulari e veicoli intestati a dei prestanome.

Gli arrestati in occasione di tutti i delitti contestati partivano e rientravano nella città di Novara e fungevano da vere e proprie “batterie operative” gestite per gli spostamenti dai complici all’estero.

La particolarità del reato associativo contestato è la “transnazionalità”, in considerazione che il reato contestato è stato perpetrato da più di tre persone facenti parte di un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno Stato e le condotte illecite venivano commesse in Italia, ma una parte sostanziale della loro preparazione, pianificazione, direzione o controllo avveniva all’estero, in Polonia o Germania, appunto attraverso dei c.d. telefonisti, non identificati che si avvalevano degli odierni arrestati per ritirare il maltolto alle vittime presso i loro domicili.

Al momento agli indagati sono stati contestati nove episodi delittuosi per un valore stimato di refurtiva di Euro 50.000. Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Novara.

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