Cronaca
A 18 anni è il “boss della gang”, arrestato per estorsione
Nella mattinata dell’ 8 marzo, la Polizia di Stato di Vercelli ha tratto in arresto un ragazzo di 18 anni, B.N., nato e residente a Vercelli, gravato da pregiudizi per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti (da ultimo denunciato perché responsabile dei fatti avvenuti il 28 febbraio u.s. alla discoteca Spazio A4 di Santhià, con successiva chiusura per 20 gg. ex art. 100 Tulps a carico della discoteca in questione), per le violazioni di cui agli artt. 110 e 629 C.P., ovvero per concorso nell’estorsione posta in essere nei confronti di uno dei due.
A seguito della denuncia di due ragazzi vercellesi appena maggiorenni e residenti in provincia, è emerso che un gruppo di giovani magrebini di Vercelli, era dedito ad atti vessatori nei confronti dei denuncianti.
Dalla ricostruzione dei fatti, si appurava che il soggetto più pericoloso nella cosiddetta “gang”, era appunto il minore B.N., già conosciuto per i suoi numerosi pregiudizi penali, nonostante la giovane età.
In particolare, il giovane si autodefiniva “il boss della gang”, e pretendeva il rispetto degli altri con i suoi modi violenti ed il carattere autoritario. Per questo i due denuncianti, una volta entrati nel gruppo, soggiacevano ad una sudditanza psicologica nei confronti del minore.
Il comportamento minaccioso e violento di B.N., ha indotto i denuncianti a consegnargli delle somme di denaro (alcune centinaia di euro) per soddisfare i propri bisogni economici ogni volta che lo richiedeva, nonché di essere a disposizione con l’autovettura di uno dei due per trasportarlo in luoghi da lui prestabiliti, finanche ad arrivare al punto di prelevare le chiavi dell’autovettura dal blocchetto di accensione, in modo tale che le vittime non avessero la possibilità di allontanarsi senza il suo consenso.
L’ultimo episodio vessatorio in ordine cronologico, risale alla serata del 3 marzo, quando uno dei due ragazzi è stato percosso dal “boss della gang” con una stampella e con pugni, adducendo la motivazione di essere stato tradito.
Inoltre, nella nottata successiva, un altro componente del gruppo, tale D.M., si impossessava del telefono cellulare di una delle due vittime, detenendolo illegalmente.
Dopo la denuncia la polizia dava il via libera alla pianificazione della restituzione del telefono oggetto d’indagine, previo pagamento della somma di euro 130,00. L’appuntamento per la restituzione era fissato per le ore 12:00 dell’8 marzo, presso la stazione degli autobus extracittadini di Corso Gastaldi e tale evento veniva pianificato dagli operatori della Squadra Mobile con i giovani interessati.
Il servizio di polizia giudiziaria, attraverso appostamento, permetteva di cogliere B.N. nella flagranza del reato di estorsione. Il tutto ripreso dalla Polizia Scientifica.
Subito dopo lo scambio, il reo è stato fermato e trovato in possesso delle banconote consegnategli da R.C., precedentemente fotocopiate presso gli Uffici della Squadra Mobile di Vercelli, in modo da poter determinare il numero di serie. B.N. è stato tratto in arresto e, sentita la Procura dei Minori di Torino è stato associato presso il Centro di prima accoglienza del capoluogo piemontese.
Nella medesima circostanza è stato altresì fermato D.M., nato in Marocco nel 2000, residente a Vercelli, complice di B.N. nell’estorsione, poiché responsabile dell’impossessamento del telefono e, per questi motivi, deferito al Tribunale per i Minorenni di Torino, per le violazioni di cui agli artt. 110 e 629 C.P., ovvero per concorso nell’estorsione.
B.N., è stato altresì deferito, in stato di libertà, al Tribunale per i Minorenni di Torino, per la violazione di cui all’art. 581 C.P., ovvero per alcune percosse poste in essere nei confronti di B.M.
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